Nelle ultime settimane l’isola di Malta è stata il centro di un importante forum, organizzato dal gruppo WestMed Iniziative con il Malta Maritime Forum, per analizzare, monitorare e progettare l’industria della blue economy nel Mediterraneo, raccogliendo le sollecitazioni provenienti dal mondo accademico e della ricerca per identificare soluzioni condivise con gli altri Paesi del Mediterraneo e migliorare le Blue Skills, colmando il divario attualmente esistente tra la richiesta di competenze per le organizzazioni e le startup legate alla blue economy e l’occupazione delle giovani generazioni. Opportunità importanti che provengono anche dalle ultime novità in tema di ricerca scientifica legata al mare e al trattamento dei rifiuti marini.
D’altronde, notizia delle ultime ore è quella proveniente dall’Associazione MareVivo Onlus, uno dei principali promotori della Legge Salvamare, che festeggia una grande vittoria per le coste dell’Italia e le acque comuni del Mediterraneo. Grazie all’approvazione della nuova legge si disporrà di uno strumento efficace e concreto, richiesto anche dall’Unione europea, che consentirà ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti invece di scaricarla in mare, azione che prima costituiva il reato di trasporto illecito di rifiuti. La legge, inoltre, prevede l’installazione di sistemi di raccolta alla foce dei fiumi per intercettare la plastica prima che arrivi in mare e si occupa anche di dissalatori, educazione, campagne di pulizia, Posidonia oceanica e campagne di comunicazione. Numerose sono le iniziative di cooperazione internazionale finalizzate alla tutela del Mediterraneo che aiutano a comprendere la sinergia che sussiste tra Italia e Malta. Meritevole di attenzione è anche la recente iniziativa Clean up the Med, una delle più importanti iniziative ambientali del Mediterraneo volta a difendere il fragile e meraviglioso ecosistema del Mare Nostrum dal marine litter. Si tratta di una mobilitazione internazionale alla quale partecipano diciassette Paesi: Italia, Francia, Spagna, Algeria, Libano, Tunisia, Egitto, Croazia, Cipro, Marocco, Malta, Turchia, Libia, Grecia, Israele, Portogallo e Giordania. Tutti impegnati a fermare o mitigare il fenomeno della plastica sulle spiagge e soprattutto in mare. Oltre alla rimozione fisica dei rifiuti, l’obiettivo del progetto Clean Up the Med è sensibilizzare ed educare la comunità sugli effetti devastanti che le attività umane e la cattiva gestione dei rifiuti sulla terraferma, producono se non regolate da vincoli precisi, necessari per tutelare la salute del nostro bellissimo mare.
L’obiettivo comune di numerosi Paesi che affacciano sul Mediterraneo è quello di aumentare la consapevolezza dei rischi e mitigare gli effetti dell’inquinamento dalle plastiche, del declino delle popolazioni di specie marine, dell’invasione di specie aliene e degli effetti dei cambiamenti climatici per sostenere la protezione dei siti marini anche con la collaborazione delle istituzioni, delle startup innovative, dei pescatori e degli utenti del mare.