Malta rimane ancora in assoluto il miglior Paese per i diritti LGBTI. Ad affermarlo è il rapporto annuale di ILGA-Europe che, dal 2009 ad oggi a ridosso della Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia, la lesbofobia e la transfobia, ha diffuso la mappa che definisce il livello dei vari Paesi europei in termini di diritti delle persone LGBTI.
E’ il settimo anno consecutivo in cui l’arcipelago riesce a confermarsi al primo posto in questa speciale classifica, registrando un punteggio complessivo del 92%, di gran lunga superiore a quello calcolato per l’Unione Europea (42%) ed il continente europeo (38%).
I criteri di valutazione dell’indice di ILGA-Europe comprendono leggi e politiche in materia di uguaglianza, diritti della famiglia, incitamento all’odio, riconoscimento giuridico, integrità corporea, socialità e leggi relative alla richiesta d’asilo. Si tratta di un risultato importante, come sottolineato dalle parole del ministro Byron Camilleri riportate da una nota del sito web governativo:
«I risultati come quello di oggi non sono solo statistiche ma dietro ogni numero, dietro ogni mappa, c’è un uomo e c’è una famiglia. Raggiungere più diritti civili non significa solo prendersi il merito in occasioni come oggi, ma credere, credere che nessuna minoranza, nessun essere umano abbia niente di meno dell’altro».
Tuttavia, l’ILGA ha messo in primo piano alcune criticità riguardo il sistema sanitario maltese, ad esempio, la sempre più evidente necessità di garantire equità nelle donazioni di sangue che siano possibili per tutte le persone e con tempi di attesa coerenti senza alcun tipo di discriminazione.
Inoltre, sulla falsa riga dei problemi che si sono presentati lo scorso anno per quanto riguarda i malati di Hiv, è richiesto un accesso maggiormente equo per quei farmaci che, solamente un anno fa, non furono reperibili prima che Malta richiedesse alcune forniture eccezionali provenienti da Portogallo e Regno Unito.
Questo aspetto è ulteriormente preponderante se si pensa all’incremento di malattie sessualmente trasmissibili registrato nell’ultimo anno che, proprio come richiesto da ILGA, richiederebbe a maggior ragione uno sprint in direzione del rinnovamento della politica sulla salute sessuale di Malta, ancora adesso al rilento a causa dei numerosi ritardi delle tempistiche per aggiornare il documento riguardante la salute sessuale, ormai indicato da molti come obsoleto.
L’ultima richiesta fornita dall’ILGA risponde all’esigenza di offrire un monitoraggio e una raccolta dati riguardo le esperienze e i risultati dei richiedenti asilo LGBTI maggiormente accurata.
A rendere il risultato ancora più strabiliante è il distacco con i risultati ottenuti dagli Stati classificati al secondo e al terzo posto e rappresentati da, rispettivamente, Danimarca (74%) e Belgio(72%).
Lo Stato danese ha realizzato un vero e proprio exploit nell’ultimo anno risalendo di sette posizioni e superando addirittura lo stato belga che su richiesta a gran voce della comunità LGBTI ha, recentemente, annunciato l’intenzione di dismettere e vietare la pratica della “terapia di conversione”.
Sempre più al ribasso, invece, le posizioni di Azerbaigian, Turchia, Russia e Armenia valutate come i peggiori Paesi europei in materia di protezione dei diritti LGBTIQ+.
Polonia, Bulgaria e Romania, invece, sono state citate come i peggiori stati membri dell’UE per le politiche a tutela della comunità omosessuale, bisessuale e transessuale.
In un modo dove l’uguaglianza è spesso sacrificata a vantaggio della fobia del diverso, Malta mantiene un primato importante con un punteggio che fa ben sperare per il futuro identificandola, ancora una volta, come un Paese inclusivo e di mentalità aperta.
Malta, Denmark, and Belgium are the top three on our #RainbowEurope 2022 ranking. Check out https://t.co/aTIBONQOI3 to find out the current situation for human rights of LGBTI people in Europe. pic.twitter.com/xcvpbKuCmt
— ILGA-Europe (@ILGAEurope) May 13, 2022