Ad una settimana dall’apertura della caccia primaverile, BirdLife Malta sembrerebbe aver raccolto numerose prove che evidenziano carenze nel sistema di segnalazione digitale della Wild Birds Regulation Unit (WBRU), rendendo così impossibile per molti cacciatori dichiarare, attraverso il sistema di segnalazione, il numero di tortore catturate durante la stagione venatoria in corso.
«Non posso accedere al sistema», «Poi ti dicono che è importante fare rapporto. Non sono nemmeno capaci di gestire una semplice telefonata», «È un problema loro. Probabilmente il sistema non ce la fa, visto il gran numero di uccelli catturati», «Ho chiamato WBRU e mi hanno detto che il sistema non funziona», questi alcuni dei commenti pubblicati dai cacciatori all’interno di alcuni gruppi dedicati alla caccia e riportati dalla ONG.
Secondo la deroga attualmente in vigore, i cacciatori sono obbligati a dichiarare il numero di prede catturate alla WBRU, che è l’unità responsabile per le questioni relative alle quote e alle licenze di caccia, e a giustificare tale deroga alla Commissione europea. Attualmente è in vigore un limite di 1.500 tortore per una stagione che va dal 17 al 30 aprile per oltre 8.000 cacciatori autorizzati, e se tale limite viene raggiunto prima del 30 aprile, la stagione della caccia alla tortora dovrebbe essere dichiarata chiusa.
Nella giornata di giovedì BirdLife Malta ha emesso una dichiarazione sostenendo che il limite del numero di tortore cacciate avrebbe già superato la soglia massima di 1.500 esemplari; notizia smentita dal Ministero di Gozo che ha affermato di avere la situazione sotto controllo e che le quote non erano ancora state raggiunte.
Data l’evidente discrepanza tra le due dichiarazioni, BirdLife ha invitato WBRU ad ammettere chiaramente di non essere in grado di avere un quadro reale sulla quantità di tortore uccise nelle isole maltesi: «Sfidiamo l’ente regolatore ad affermare onestamente che il suo sistema di segnalazione digitale ha sofferto seri problemi, rendendo i cacciatori impossibilitati o non disposti a partecipare».
Il CEO di BirdLife Malta, Mark Sultana, ha affermato che si tratta «Ancora una volta di una farsa. WBRU ha fallito nel suo impegno per salvaguardare questa deroga rendendola non solo illegale – perché prende di mira una specie vulnerabile – ma anche perché non esiste uno stretto controllo. Abbiamo perso la fiducia nel convincere il governo a fare la cosa giusta e ci aspettiamo che la Commissione europea contesti con urgenza questa violazione della Direttiva Uccelli».
Di tutta risposta, l’Unità di regolazione degli uccelli selvatici ha negato categoricamente ogni accusa in relazione ad uno scorretto monitoraggio della stagione venatoria, sostenendo che i controlli vengono svolti quotidianamente anche attraverso l’ausilio di una squadra di agenti presenti sul campo insieme agli ufficiali.
«I dati inseriti sull’applicazione, gli studi sulla migrazione ed altri parametri ci suggeriscono una realtà completamente diversa da quella che si è tentato di rappresentare nelle dichiarazioni rilasciate sui social media» ha concluso Wild Birds Regulation Unit.