Un intero stormo della specie protetta dei falchi di palude è stato decimato dai cacciatori a Tas-Silġ, Delimara, nella notte tra lunedì e martedì. La stagione di caccia, il cui inizio è già finito sotto i riflettori, si è aperta, quindi, nel peggiore dei modi.
È stata la ONG BirdLife Malta a comunicare l’accaduto tramite un comunicato stampa, in cui si legge che alcune squadre composte da volontari dell’associazione erano venute a conoscenza della presenza di alcuni esemplari di falco di palude e, grazie al presidio nell’area di Delimara nel corso di lunedì notte, sono riuscite ad immortalare l’operazione di caccia illegale.
La perquisizione svolta in seguito dalla polizia ha reso possibile il recupero di cinque esemplari, quattro feriti ed uno deceduto.
La presenza dello stormo, composto da circa 30 esemplari, è stata notata sin dal pomeriggio. Sul posto, poco prima del tramonto, è arrivato anche un gruppo di cacciatori, che ha portato i volontari di BirdLife ad organizzare anche un turno di sorveglianza notturna.
È stato proprio dopo il calare del sole che tutto ha avuto inizio, con spari che sono stati uditi e filmati per tutta la notte.
«Tutto questo è scioccante e inaccettabile. Questo massacro ricade nelle mani di chi aveva concesso amnistie a cacciatori che dichiaravano protetti oltre 500.000 uccelli nelle loro collezioni di tassidermia. Ricade nelle mani della Wild Birds Regulation Unit (WBRU) che ha miseramente fallito nel controllo di queste liste dichiarate. Questi elenchi hanno smesso di essere controllati consentendo ai cacciatori di uccidere oggi uccelli protetti e inserirli nelle loro collezioni, o in quelle di coloro che sono pronti a pagare. C’è un racket inaccettabile in corso con la benedizione del governo» ha affermato Mark Sultana, CEO di BirdLife Malta.
«Come si può spiegare il fatto che alcuni dei tassidermisti colti in reato nei mesi scorsi si siano incontrati quotidianamente con il ministro Clint Camilleri in campagna elettorale, ma la polizia non riesca a trovarli per recapitare loro la notifica delle sedute dei tribunali? Questo è un grande racket che coinvolge i cacciatori, politici e forze dell’ordine» ha concluso Sultana.
Alla luce dei fatti BirdLife Malta ha chiesto quindi un intervento da parte del primo ministro Abela, al fine di poter assicurare una volta per tutte un controllo minuzioso degli elenchi delle specie protette, oltre a garantire che la criminalità contro la fauna selvatica venga presa finalmente sul serio.
Il tema della caccia e delle specie protette a Malta è già finito sulle scrivanie della Commissione Europea. Proprio su questo tema si è espresso Nicholas Barbera, capo della conservazione di BirdLife Malta, che ha dichiarato l’intenzione della ONG di presentare un rapporto dettagliato sull’accaduto, e su tutti gli episodi simili precedenti, alla Commissione Europea.