Da diverse settimane impervia la battaglia politica per le imminenti elezioni di Malta, con il Partito Nazionalista ed il Partito Laburista in confronto su svariate tematiche, tra le quali, i mezzi di trasporto dell’isola, alla ricerca di un rinnovamento e di un’alternativa che possa migliorare la viabilità sul territorio.
Come ormai noto, la proposta dei Labour prevede la realizzazione di una linea metropolitana che garantirebbe una maggiore facilità di collegamento tra le località dell’isola trovando sulla propria strada, però, l’idea dei Nazionalisti di realizzare il futuristico “tram senza binari”.
Questa tipologia di mezzo di trasporto, definita anche come “sistema di trasporto rapido di autobus”, è in grado di integrare le innovazioni tipiche delle reti ferroviarie ad alta velocità nella praticità strutturale degli autobus, tra i servizi più utilizzati ogni giorno in giro per il mondo.
Un sistema progettato per avere maggiore capacità e affidabilità rispetto agli autobus convenzionali, con la disponibilità del Partito Nazionalista a renderlo completamente elettrico, strizzando l’occhio alla parte di elettori più sensibile alle tematiche ambientali.
Per il PN questa rappresenterebbe una proposta alternativa al progetto di una rete metropolitana presentato dai laburisti circa un anno fa, offrendo un’opzione che dovrebbe essere maggiormente valida in termini economici, logistici e di ecosostenibilità, come si evince anche dalle parole del leader PN Bernard Grech: «Il tram senza binari costerebbe a Malta circa 2,8 miliardi di euro rispetto ai 6,2 miliardi di euro della metropolitana. Inoltre, collegherà 45 località a differenza della metropolitana che ne raggiungerà solamente 21. E se verrà eletto il PN, questo sistema sarà completato entro la prossima legislatura».
L’aspetto riportato da Grech risulta essere decisamente rilevante se si pensa ai 20 anni che richiederebbero i lavori per la creazione di una rete metropolitana adeguata a coprire il territorio maltese.
Anche questo progetto, però, rappresenterebbe diverse criticità, come evidenziato dal rapporto del governo del New South Wales che avverte sulle eventuali difficoltà che veicoli lunghi 32 metri potrebbero riscontrare sulle strade locali. Anche sotto quest’aspetto, però, Grech ha difeso la validità del progetto asserendo come alcune strade potrebbero richiedere di essere ampliate per fare spazio al tram senza binari, ma senza aver bisogno di creare strutture da zero grazie alle infrastrutture già realizzate in passato.
Questo tipo di tecnologia è davvero conveniente sotto tutti i punti di vista come asserito a più riprese dagli esponenti del PN? Si tratta solo di propaganda elettorale o davvero il tram senza rotaie rappresenterebbe un’inconfutabile miglioria rispetto all’eventuale realizzazione di una linea metropolitana?
Per rispondere a questa domanda è necessario prendere ad esame tutti gli aspetti prevalenti di questa iniziativa che, proprio la settimana scorsa, è decollata a seguito della pubblicazione da parte del Partito Nazionalista della mappatura del progetto.
Proprio nel corso di quest’occasione, infatti, Anthony Bezzina ha specificato come questo progetto permetterà di collegare le città esterne e industriali grazie alla presenza di sei linee raccolte in rotte circolari, e composte da nove stazioni con 13 svincoli che consentiranno ai passeggeri di spostarsi tra le linee garantendo il trasporto fino a 300 passeggeri all’interno delle proprie tratte. Secondo Fredrick Aquilina questa tipologia di trasporto sarà in grado di coprire 173km di tratta, contro i 35km del progetto della rete metropolitana proposta dai laburisti.
Dal punto di vista ambientale è invece interessante il risparmio che il tram senza fili permetta di ottenere: una scelta più pulita, più economica e meno invasiva della metropolitana. Infatti, grazie al funzionamento elettrico e alla sua percorrenza, il tram senza binari non richiederebbe scavi o sradicamenti di alberi e porterebbe a un inquinamento acustico notevolmente inferiore, con diversi benefici per l’ambiente.
Un successivo elemento a favore di questa iniziativa sarebbe il sostanziale risparmio di 4 miliardi di euro in confronto a quello della controparte politica, con una minore spesa relativa alle opere di manutenzione, rilegate solamente all’ampliamento di strade sul territorio maltese.
Tra le criticità del progetto vi è invece la tecnologia del CRRC Zhuzhou basata su LIDAR, ancora in fase di studio e sperimentazione in alcune città australiane. Al momento l’azienda cinese è l’unica ad aver approfondito questa tipologia di progetti, che a parte qualche difficoltà economica riguardante le spese totali affrontate alla conclusione dei lavori, ha riscontrato fino ad ora ottimi risultati nelle metropoli di Australia, Cina, Qatar e Malesia.
Nella fase embrionale di questa nuova tipologia di trasporti è difficile scindere quelle che sono le migliorie dai potenziali rischi del progetto ma, almeno su carta, quel che si evince è come Malta potrebbe davvero avvantaggiarsi di una soluzione meno “invasiva”, sotto tutti i punti di vista, e che permetterebbe di mantenere pressoché inalterata la bellezza dell’ambiente circostante.