Torna l’allarme a Malta per il “Tomato Brown Rugose Fruit Virus” (ToBRFV), il virus che distrugge le piante di pomodoro, caratterizzato dall’alto tasso di diffusione, tanto che già nel maggio dello scorso anno il Ministero dell’Agricoltura maltese aveva imposto il divieto delle importazioni dalla Sicilia per almeno sei mesi.
Questa volta, però, a lanciare l’allarme è stato un agricoltore maltese, che ha scelto Facebook per esprimere indignazione e preoccupazione in merito alle misure un po’ troppo “leggere” attraverso le quali viene permessa l’importazione di verdura su suolo maltese ad opera delle grandi catene di supermercati.
«Purtroppo, è successo di nuovo. Pomodori venduti al supermercato Lidl, infettati dal ToBRFV. Come fanno ad arrivare a Malta viaggiando sul catamarano senza alcuna certificazione?», si legge nel post condiviso dall’agricoltore, dubbioso sull’effettiva imposizione di certificazioni per la merce in ingresso nel Paese; una situazione che – sottolinea l’uomo – pare ben diversa rispetto quella a cui sono sottoposti i coltivatori locali.
Contattato da Lovin Malta per un commento sulla questione, Malcolm Borg, coordinatore della ONG “Għaqda Bdiewa Attivi”, ha espresso rabbia a nome di tutti agricoltori dell’Associazione, sottoposti a numerose ispezioni ed analisi nel corso dell’ultima stagione di raccolta dei pomodori che – ha ricordato Borg – ha visto «interi raccolti completamente sradicati quando ci si è trovati di fronte alla presenza del virus ToBRFV. In cambio, solo un risarcimento minimo».
«Stiamo permettendo agli importatori di fare entrare nel Paese prodotti infetti provenienti dalla Sicilia che non subiscono controlli, almeno tanto quanto i nostri. Siamo stanchi che si applichino due pesi e due misure; ed è lo stesso Dipartimento dell’Agricoltura a non preoccuparsi di ispezionare i supermercati».
Inoltre, sottolinea Borg, i pomodori colpiti dal virus possono infettare anche i campi degli agricoltori locali, proprio grazie all’alto tasso di contagiosità del ceppo virale. Per questo si evidenzia l’urgenza sull’inasprimento di controlli anche per la grande distribuzione e sui prodotti importati.
Apparso per la prima volta in Medio Oriente nel 2015 e segnalato in Sicilia nel 2018, il ceppo virale ToBRFV, pare essersi caratterizzato sin da subito per una rapida diffusione tra le piante di pomodoro, colpendo anche quelle di peperoni, capace di compromettere fino al 70 per cento delle coltivazioni in serra e dove si praticano produzioni intensive. L’infezione si manifesta attraverso la deformazione delle foglie, ma anche dei frutti della pianta, bloccando la maturazione oppure ostacolandola. Da lì l’aspetto “marmorizzato” e non uniforme dei prodotti finali.