Negato il rilascio su cauzione per Paul Attard, l’armatore maltese arrestato dall’Interpol nel 2019, su mandato del tribunale di Catania poiché a giudizio per traffico di grandi quantità di droga.
Il giudice ha respinto la richiesta di Attard perché ancora in attesa che si svolga la causa relativa alla violazione dei diritti umani intentata dall’uomo lo scorso mese di dicembre.
Si tratta di un caso complesso che si trascina ormai da tre anni, con scivoloni da parte della magistratura italiana e di escamotage messi in piedi su cavilli burocratici che ad oggi non hanno ancora permesso di mettere la parola “fine” al caso datato 2018, quando il peschereccio Quest era stato intercettato nel Mediterraneo dalla Guardia di Finanza, mentre trasportava dieci tonnellate di hashish proveniente dal Marocco e dirette verso la Libia.
Per Attard, individuato dal procuratore catanese come la mente del narcotraffico, era scattato l’arresto nel 2019 e la richiesta del mandato di estradizione in Italia, rigettata dalle Autorità maltesi per una serie di vizi di forma, alcuni clamorosamente superficiali.
Aggiustato il tiro, lo scorso dicembre il Tribunale ha ribaltato le carte in tavola e dato il via libera per l’estradizione dell’imputato, a patto che rimanesse in custodia cautelare fino alla partenza, che sarebbe dovuta avvenire – secondo i termini di legge – entro sette giorni dalla deposizione della richiesta. Al sesto giorno, Attard ha però intentato una causa costituzionale per la violazione dei diritti umani, accusando di non essere stato estradato secondo le corrette tempistiche.
Il giudice ha rigettato le accuse affermando che l’imputato non poteva essere consegnato alle Autorità italiane a causa della «sua resistenza dimostrata attraverso procedimenti costituzionali avviati».
Paul Attard non potrà quindi ancora essere processato nei Tribunali italiani finchè non si concluderà la causa da lui avviata per la violazione dei diritti umani, prevista per il prossimo mese di marzo a Malta.