Ha scosso il mondo la tragedia del piccolo Rayan Oram, il bambino marocchino di soli cinque anni che, dopo quasi cento ore passate in fondo a un pozzo, a 32 metri sotto terra, è stato riportato in superficie sabato sera, poco dopo le 21.
Una lotta contro il tempo e gli immensi sforzi che hanno mobilitato una nazione intera, purtroppo, non sono bastati. Rayan ha lottato fino all’ultimo ma non ce l’ha fatta. La caduta, le ferite, il freddo, i giorni senza cibo hanno vinto sul corpo del piccolo.
Si è sperato fino all’ultimo, si è scavato in ogni dove sventrando l’intera montagna di terra, anche a mani nude, aggrappati ai flebili respiri che sembravano provenire dalla profonda buca dove Rayan era stato ingoiato mentre giocava, lo scorso martedì mattina, a pochi metri dal giardino di casa, nel villaggio di Tamorout, nel nord del Marocco. «Lo sento, respira a fatica ma mi ha risposto» ha affermato speranzoso il padre del piccolo solo sabato mattina, impegnato a far calare acqua e ossigeno nel pozzo. Ed anche le immagini di una micro sonda inviata all’interno del foro, sembravano confermarlo: Rayan era vivo, confuso, debole, stremato. Ma vivo.
La sua storia ha tenuto con il fiato sospeso un mondo intero, nel ricordo ancora vivo della tragedia che ha visto coinvolto Alfredino Rampi, caduto in pozzo artesiano anche lui a 5 anni, a Vermicino, una frazione di campagna vicino a Frascati. Un triste episodio avvenuto 41 anni fa, autore di una delle pagine più tristi della cronaca italiana, che ha tenuto incollato alla televisione milioni di italiani, e che ha visto – come per Rayan – mezzi di soccorso impegnati per giorni nel tentativo di strappare il piccolo dal profondo buio della buca incustodita dove era scivolato. Per Rayan, però, sembrava un pochino diverso; lui fino a sabato mattina respirava.
L’ottimismo delle squadre di soccorso, il sostegno delle centinaia di persone radunate attorno alla buca non sono però bastati. Sabato sera, quando la notte ed il freddo hanno cominciato a calare di nuovo, davanti alla bocca del cratere i medici che hanno estratto Rayan hanno capito di non poter fare più nulla.
«Il bambino è morto a causa delle ferite riportate durante la caduta; ha lottato fino alla fine», si legge nel comunicato divulgato dalla Casa Reale del Marocco e ripreso dai media arabi.
Su Twitter, l’hashtag #SaveRayan è diventato virale in tutto il mondo arabo, e non solo. Gli utenti hanno riversato fiumi di messaggi di sostegno prima, e cordoglio poi, nei confronti del piccolo e della famiglia avvolta nel tragico lutto.
On Twitter, where the hashtag #SaveRayan and its Arabic translation had been trending throughout the Arab world, users left messages of condolence for the boy’s family as well as praise for the rescuers.
Read more: https://t.co/Fsu3t6CM8z pic.twitter.com/QsUHGvjBRZ
— Al Jazeera English (@AJEnglish) February 6, 2022