Diverse attivisti ed Organizzazioni che lavorano nel campo dei diritti umani ed in difesa delle donne si sono riunite sabato mattina, a Floriana, davanti al quartier generale della Polizia, per esprimere rabbia e frustrazione nei confronti delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalle Forze dell’Ordine che hanno respinto fermamente l’ipotesi di femminicidio in relazione al brutale assassinio di Paulina Dembska, la giovane donna polacca morta strangolata e stuprata lo scorso 2 gennaio agli Independence Gardens di Sliema.
Nel corso della protesta, intitolata “Għajjejt u Xbajt” (stufi e stanchi), le organizzazioni hanno sostenuto che queste affermazioni, rilasciate da tre membri di sesso maschile delle forze di Polizia maltesi, continuano a mostrare la mancanza di conoscenza e consapevolezza sulle questioni legate al genere e alla sessualità, non da ultimo sulla violenza di genere, che in questo caso è culminata nell’ennesimo stupro e omicidio di una donna.
«Giustificare un’affermazione così insensibile e disinformata sostenendo che, prima dell’omicidio di Paulina Dembska il presunto autore del crimine ha aggredito due uomini, non rende questo crimine neutro dal punto di vista del genere» si legge nel comunicato stampa diffuso dagli organizzatori della manifestazione.
La Polizia ha sostenuto che il presunto aggressore abbia un’identità sessuale piuttosto “complicata” e, per questo, ha attaccato persone con casualità e non premeditazione, indipendentemente dal loro genere.
Tuttavia, secondo le stesse Organizzazioni, proprio questa tesi rafforzerebbe ulteriormente, invece, il collegamento tra il crimine ed il genere della vittima.
Inoltre, a prescindere da chi abbia attaccato prima o dopo, rimane il fatto che, alla fine, è stata una donna ad essere violentata e uccisa, non viceversa; un’evidenza che riflette nuovamente l’amara tendenza in cui, ad oggi, sono ancora le donne a rappresentare la stragrande maggioranza delle vittime di stupro e di violenza di genere che porta all’omicidio.
«Quest’ultimo femminicidio – affermano le Organizzazioni – è il riflesso di una cultura patriarcale basata su stereotipi di genere che permea la nostra società, al punto che viene normalizzata, liquidata, banalizzata e la sua esistenza negata».
«Ed è sempre questa cultura che viene trasmessa attraverso le generazioni, rafforzata da genitori, insegnanti, leader religiosi e altri modelli, così come dai media. La società nel suo insieme è responsabile delle disuguaglianze di genere, per non essersi sforzata abbastanza di cancellare questi stereotipi, al punto che le vittime di violenza di genere, di molestie e aggressioni sessuali o altre ingiustizie, sono spesso incolpate piuttosto che riconosciute come vittime. Questo rende Malta una società ingiusta e insicura per le donne» sostiene il gruppo di manifestanti.
Le Organizzazioni hanno inoltre espresso diverse richieste tra cui:
– una maggiore responsabilità da parte delle Autorità ad ogni livello, affinchè ognuno si assuma il “peso” dei fallimenti, della mancanza di protezione o della tolleranza verso atteggiamenti sessisti.
– un’azione concreta su tutte le sfere che riguardano la società, affinchè venga affrontato ogni problema legato a stereotipi di genere, misoginia e patriarcato.
– una revisione delle linee guida sull’educazione alla sessualità e alle relazioni nel sistema scolastico, che metta al centro il consenso e l’uguaglianza. I giovani vivono in un ambiente veloce, con un alto impatto mediatico e questo influenza il modo in cui affrontano il sesso e le relazioni.
– innescare un meccanismo di fiducia nei confronti delle Forze dell’Ordine e del sistema giudiziario, permettendo alle vittime di molestie sessuali, aggressioni sessuali e stupri di denunciare sentendosi prese più seriamente.
– protezione da parte della società e del sistema giudiziario nei confronti della vittima, evitando di incolpare chi ha subito violenze per i vestiti che indossava o per il luogo in cui si trovava.
La protesta è stata organizzata e firmata da Moviment Graffitti, Women’s Rights Foundation, Malta LGBT+ Rights Movement (MGRM), Young Progressive Beings, Doctors for Choice Malta, Integra Foundation, aditus Foundation, YMCA Malta, Men Against Violence, Għajjejt u Xbajt, The Malta Women’s Lobby, Alleanza Kontra l-Faqar, Migrant Women Association Malta e Women for Women Foundation.