Il virus dilaga e mentre l’intero mondo sembra stretto nella morsa di Omicron, la variante sudafricana del Covid-19 ad alto tasso di contagiosità, sono migliaia le persone in isolamento, chiuse tra le mura di casa in attesa della fine della quarantena, almeno ventimila quelle stimate sull’arcipelago maltese e, tra queste, anche molti italiani.
Non solo il gruppo di studenti molisani giunti a Malta per il progetto “Erasmus Plus”, ma anche diverse famiglie che hanno scelto l’arcipelago maltese come meta di viaggio per trascorrere le festività natalizie, e che si sono trovate bloccate sull’isola dopo aver scoperto di essere risultate positive ai tamponi.
Parliamo di Francesco, Fiorella, Eva, Luca ed altre trentasei persone chiuse nelle stanze di Covid hotel o alloggi dedicati alla quarantena sparsi sul territorio, lontano dall’Italia e dai propri cari dove, in concomitanza delle feste, i sentimenti di solitudine e frustrazione si fanno sicuramente più forti.
La situazione non è sfuggita a diversi imprenditori italiani presenti sul territorio, che hanno deciso di mettere in campo le loro risorse per ricreare una sorta di cena di capodanno a “distanza”, organizzata unicamente per i connazionali in isolamento che sono in contatto con l’Ambasciata, con l’obiettivo di accorciare – seppur simbolicamente – ogni distanza. Una sorta di “invito a tavola virtuale”, per sentirsi meno soli, in un Paese lontano da casa ed in una condizione non di certo piacevole.
Le “carezze gastronomiche” partiranno questa sera dalle cucine di Blue House Bistrò, ristorante situato a Birgu, viaggiando sulle vetture di Cab-It, compagnia di taxi che parla italiano, raggiungendo ogni singolo alloggio dove si trovano le persone in quarantena. Il tutto sponsorizzato da Em@ney plc, l’istituto che fornisce servizi bancari, da sempre il riferimento degli italiani a Malta.
«L’iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo» afferma Vitale Svanera, appuntato scelto dell’Arma dei Carabinieri del 13esimo reggimento Friuli Venezia Giulia con sede a Gorizia, di istanza presso l’Ambasciata e anche coordinatore dei gruppi in isolamento; «Fisicamente stanno tutti abbastanza bene, ma è la condizione psicologica – spesso sottovalutata – che rende difficili queste situazioni. Un piccolo gesto come questo non impegna molto chi lo fa, ma cambia drasticamente l’umore di chi lo riceve, e questa è senz’altro la vittoria più importante», conclude Svanera.
Non è la prima volta che il buon cuore degli italiani si mette in moto, qui, sull’arcipelago maltese, in aiuto delle persone in difficoltà, senza pregiudizi o altro, ma solo con l’obiettivo di offrire un supporto concreto a chi ne ha bisogno. Perché in fin dei conti, se abbiamo imparato qualcosa da questa pandemia e dalla vita in generale, è che di fronte alle avversità siamo tutti uguali, indistintamente, ed ogni gesto di solidarietà non può far altro che influenzare ed innescare altrettante buone azioni; un meccanismo virtuoso di cui un giorno, chiunque, potrebbe averne bisogno.