A seguito delle indagini condotte per accertare le cause dell’enorme incendio divampato nel deposito di rottami a Marsa il 16 settembre scorso, il Tribunale ha indetto un ordine di pignoramento dell’area pari a cinquecentomila euro nei confronti della società appaltatrice.
La richiesta di espropriazione forzata è stata presentata su istanza di Indis Malta Limited, l’Ente governativo che gestisce i parchi industriali in tutta l’isola, per recuperare gli affitti arretrati ed a titolo di risarcimento per i danni causati dall’incendio all’area industriale, nonché per la rimozione del materiale bruciato.
L’agenzia governativa ha richiesto che la garanzia coprisse anche le multe in capo a JAC Steel (società appaltatrice dell’area) emesse dall’Autorità per le risorse ambientali (ERA).
Il rogo, descritto dai vigili del fuoco come «il più grande incendio industriale degli ultimi decenni», ha travolto parte del cantiere e dell’impianto di riciclaggio dei rifiuti dove erano ammassate decine di carcasse di macchine e rottami. Il fuoco si è propagato rapidamente, probabilmente anche a causa dei residui di combustibile e di oli rimasti nelle vetture da rottamare. Sul posto sono intervenute diverse unità antincendio.
Come riportato da Times of Malta, l’azienda di autodemolizione aveva ricevuto diversi avvisi di non conformità dovute a diverse violazioni ambientali riscontrate a cui l’attività si sarebbe dovuta adeguare.
Tra queste sono state segnalate lo stoccaggio di materiale infiammabile ed il trattamento dei rifiuti che non venivano effettuati secondo le procedure previste.
ERA aveva già segnalato che il superamento del limite massimo di stoccaggio di rifiuti pericolosi pari a 49 tonnellate da parte di JAC Steel Limited.
Tutte le questioni emerse potrebbero essere alla base dei motivi che hanno provocato l’incendio, ma sono ancora in corso gli accertamenti.