La comunità di migranti e richiedenti asilo è scesa in piazza lunedì mattina a Valletta per rivendicare i propri diritti e denunciare le condizioni precarie a cui sono sottoposti molti migranti a Malta.
La manifestazione pacifica ha avuto luogo una settimana dopo l’episodio che ha coinvolto un migrante irregolare, Jaiteh Lamin, che è stato abbandonato ferito sul ciglio della strada dopo essere caduto da una impalcatura di un cantiere edile. Glen Farrugia, il datore di lavoro accusato del crimine, comparso davanti al giudice, si è dichiarato non colpevole non dimostrando alcun rimorso rispetto all’accaduto.
Gli slogan dei manifestanti durante il corteo, riportavano scritte come «stabilità e non incertezza», e ancora «i diritti dei nostri figli dovrebbero essere protetti» e «siamo esseri umani, non manodopera a basso costo».
A seguito della marcia dal Parlamento al Ministero degli Interni, i rappresentanti dell’Associazione hanno consegnato una lettera al ministro degli Interni, Byron Camilleri, contenente le condizioni che, secondo loro, impediscono ai migranti di trovare lavoro legalmente, negando a loro stessi e alle loro famiglie l’accesso ai servizi di base, come la scuola e l’assistenza sanitaria.
Il comunicato stampa diffuso dai rappresentati della comunità maltese, divulgato sia ai media locali che al Ministero degli Interni, riporta un elenco di richieste contenenti le questioni urgenti che la comunità deve affrontare. Da qui si deduce che la protesta è molto più ampia e mira al riconoscimento dello status di cittadino a seguito del blocco delle procedure da parte di Identity Malta relative alla specifica autorizzazione di soggiorno (SRA).
«Chiediamo al Governo di Malta di reintrodurre la politica SRA poiché la sua a cessazione ha gettato centinaia di migranti e richiedenti asilo – tra cui molti bambini – in un oscuro limbo di emarginazione e povertà, senza documenti da dimostrare e l’impossibilità di accedere ai diritti fondamentali» si legge nel comunicato.
Tra le varie richieste mosse alle Autorità, l’Associazione di migranti ha citato anche la realizzazione di un “hub” dedicato al fine di garantire al gruppo un facile accesso alle informazioni, unitamente ad una semplificazione delle procedure e delle politiche non discriminatorie, che agevolino pratiche interculturali.