La pandemia da Covid-19 ha stravolto ed inevitabilmente modificato le vite e le abitudini di ognuno di noi. Non tutti gli effetti sono immediatamente misurabili, tranne quelli che riguardano gli acquisti.
Se infatti il 2020 è stato un anno caratterizzato da lockdown e limitazioni delle uscite che hanno causato perdite economiche in molti settori di mercato, questa flessione parrebbe però non aver riguardato il comparto delle imbarcazioni ad uso privato.
Secondo quanto riporta Malta Today, i dati forniti da Transport Malta dimostrano infatti che il numero di imbarcazioni da diporto registrate a Malta dal 2012 al 2021 ha subito un incremento del 50,5% passando da 15.375 a 23.133.
La percentuale include anche le barche che possono navigare al di fuori delle acque maltesi, il cui numero è addirittura raddoppiato, da 2.733 nel 2012 a 5.515 nel 2021.
Verso l’alto anche la percentuale delle imbarcazioni al di sopra dei 24 metri. Nel 2012 erano 196, oggi se ne contano 582, con un incremento del 197%.
Ma l’aumento più significativo si riscontra nelle barche di oltre 36 metri che sono passate da 28 nel 2012 a 96 nel 2021, registrando aumento del 243%.
Confrontando i dati del 2020, l’anno della pandemia, con quelli del 2021, risulta che nel corso di quest’anno sono state immatricolate 1.196 nuove barche maltesi, con una percentuale di crescita del 5,5% rispetto al precedente.
In aumento anche il numero di imbarcazioni che possono navigare al di fuori delle acque maltesi, il cui numero è passato da 5.053 nel 2020 a 5.515 nel 2021 (+9%).
Sale a +15% la percentuale delle barche che superano i 24 metri, da 554 nel 2020 a 639 nel 2021.
I dati dimostrano quindi che sempre più maltesi hanno scelto di investire in un’imbarcazione privata, spinti dalla necessità di ricercare luoghi tranquilli, lontani dalla folla, anche verso l’Italia, ma non senza conseguenze.
Se infatti fino a poco tempo fa l’inquinamento causato dal traffico sulle strade maltesi rappresentava uno dei problemi principali dell’arcipelago, l’ingente aumento del numero di imbarcazioni potrebbe generarne un altro, ovvero quello relativo ai gas di scarico che si riversano in mare, senza dimenticare la sempre più ridotta disponibilità dei posti dedicati all’ormeggio delle barche nelle baie.