«Piuttosto che dare amore, cure, guida e felicità, questo padre ha esposto suo figlio a una vita di sesso, percosse, pornografia, prostituzione e droga».
Sono le parole pronunciate dal giudice Consuelo Scerri Herrera al termine di un processo celebrato davanti alla Corte di Appello. Per l’imputato, un uomo di 65 anni, è stata confermata la condanna a otto anni di carcere per aver sottoposto il figlio di 7 anni a una serie di esperienze terrificanti: lo costringeva ad avere “rapporti” sessuali con prostitute e lo picchiava con un filo elettrico o una scopa.
Quando la vicenda è venuta alla luce, il ragazzino è stato preso in custodia dagli assistenti sociali che hanno subito notato il suo stato psicologico alterato.
Inizialmente si era chiuso nel silenzio, ma poi ha capito che poteva fidarsi degli assistenti sociali ed ha raccontato tutto, aggiungendo che il padre aveva minacciato di chiuderlo in una gabbia qualora avesse riferito delle violenze fisiche e psicologiche a cui era sottoposto.
Stando a quanto emerso dal processo, il 65enne avrebbe “educato” il figlio in quel modo perché ossessionato dalla possibilità che diventasse omosessuale; un timore nato dal fatto che altri componenti della famiglia erano gay.
Il caso era stato segnalato nel 2016 da una prostituta che raccontò di non poter più vedere quel bambino stravolto da violenze sia fisiche che, soprattutto, psicologiche.
L’uomo è stato privato di ogni potestà e diritto genitoriale. Il tribunale ha disposto il divieto di divulgazione del nome dell’imputato per proteggere l’identità della vittima.