Sono numeri che allarmano e danno l’idea dei pericolosi effetti collaterali provocati dalla pandemia sui soggetti più vulnerabili.
Nel 2020 le segnalazioni al 179 sono più che triplicate rispetto all’anno precedente, passando da un totale di 282 nel 2019 a 886.
Una segnalazione su tre che arriva al numero dedicato alla protezione dei minori (179) è per denunciare casi di cyberbullismo; una su sette, invece, riguarda la condivisione di video o immagini sessualmente espliciti.
In percentuale, nel 31% delle telefonate vengono raccontati episodi di cyberbullismo e nel 14% di contenuti pornografici, ma i cittadini preoccupati hanno chiamato frequentemente anche per sollevare l’attenzione sull’uso eccessivo di Internet (11%), per denunciare la presenza in rete di contenuti dannosi (9%), di incitamento all’odio (7%) e molestie sessuali oltre che la minaccia di diffusione di video a sfondo sessuale (circa il 3%).
I numeri sono contenuti nel report stilato in base alle chiamate e alle denunce che sono arrivate non solo al numero dedicato ma anche attraverso il portale Child Web Alert.
Secondo la direttrice dell’agenzia Appoġġ, Graziella Castillo, il boom delle segnalazioni può essere attribuito all’aumento ai bambini che hanno dovuto trascorrere più tempo utilizzando dispositivi e connessi a Internet a causa della pandemia.
«La scoperta di un abuso può avvenire in qualsiasi momento, per questa ragione ci assicuriamo che questo servizio sia disponibile a qualsiasi ora del giorno e che professionisti formati siano a disposizione per aiutare e assistere chi ci contatta in ogni fase del processo», ha dichiarato Alfred Grixti, numero uno della Fondazione Social Welfare Services.