Il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al certificato digitale COVID-19.
L’entrata in vigore è prevista per il primo luglio.
Come riporta l’agenzia Ansa, il certificato sarà rilasciato gratuitamente dalle autorità nazionali e sarà disponibile in formato digitale o cartaceo con un codice QR.
Il documento attesterà che una persona è stata vaccinata contro il Coronavirus o ha effettuato un test recente con esito negativo o che è guarita dall’infezione. Si tratta, dunque, di tre certificati distinti.
Un quadro comune dell’Unione europea renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l’Unione europea, oltre a prevenire frodi e falsificazioni.
Il sistema si applicherà dal primo luglio 2021 e resterà in vigore per 12 mesi.
Il certificato non costituirà una condizione preliminare per la libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.
Un dato importante è rappresentato da un accordo tra gli Stati che non potranno imporre ulteriori restrizioni di viaggio ai titolari di certificati – come quarantena, autoisolamento o test – «a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica».
LA LINEA DURA DELLA GAUCI
Intanto le autorità sanitarie maltesi continuano a sostenere che i test PCR sono i “più affidabili” e continueranno a negare l’ingresso ai viaggiatori che al loro arrivo presentano i cosiddetti test rapidi.
Le regole in vigore per i viaggi a Malta indicano chiaramente che chi arriva sull’isola deve presentare un certificato di vaccino o un test PCR negativo.
Ma la decisione di consentire solo i test PCR (effettuati entro le 72 ore precedenti l’arrivo) ha suscitato non poche polemiche.
La Sovrintendente alla Salute pubblica, Charmaine Gauci, è stata categorica: «Stiamo cercando di rendere il viaggio a Malta il più sicuro possibile. Se si guarda a tutti i test disponibili, il PCR è il più affidabile per identificare se una persona è positiva o meno».
La Gauci ha lasciato intendere che non ci saranno passi indietro anche se altrove sono più permissivi: «Dipende da quanti rischi un Paese è disposto a correre».
E Malta di rischi non ne vuole correre nonostante le linee guida del Parlamento europeo sul certificato digitale COVID UE di recente approvazione, riconoscono sia i test PCR che quelli rapidi.