Il processo per l’omicidio di Daphne Caruana Galizia è sempre più ingarbugliato.
Dopo la tesi dell’intermediario Melvin Theuma, secondo il quale nel delitto sarebbe coinvolta anche la massoneria, arriva l’accusa di Matthew, il figlio della giornalista assassinata nell’ottobre del 2017.
Secondo Matthew, il presunto regista dell’assassinio della madre, l’imprenditore Yorgen Fenech, stava finanziando o ha finanziato la difesa di Albert e George Degiorgio, i due fratelli accusati di aver materialmente eseguito la condanna a morte della coraggiosa cronista.
È evidente che se così fosse, ed è ancora tutto da dimostrare, sarebbe piuttosto grave e rischierebbe di inquinare la verità più di quanto non sia stato fatto finora.
Le parole del figlio di Daphne hanno preso spunto dalla notizia di una lettera che i Degiorgio hanno inviato al Commissario europeo per la giustizia Didier Reynders sostenendo che il governo nel valutare la loro richiesta di grazia (respinta con fermezza) è caduto in un clamoroso conflitto di interessi, come ha spiegato il loro avvocato William Cuschieri:
«Esiste un grave conflitto di interessi dovuto al fatto che i miei clienti offrono informazioni che mostrano il coinvolgimento dello Stato nell’assassinio di Daphne Caruana Galizia e il coinvolgimento dei ministri di governo (precedenti e attuali) in altri crimini molto gravi e, quindi, lo Stato non può mai valutare equamente le loro richieste».
Quando hanno chiesto la grazia, i Degiorgio hanno dichiarato che in cambio avrebbero potuto fornire informazioni sul presunto coinvolgimento dell’ex ministro dell’Economia Chris Cardona nell’assassinio e sul coinvolgimento del ministro dell’Opm Carmelo Abela in “gravi crimini”.
Va detto che sia Cardona che Abela hanno ripetutamente, e in ogni sede, negato il loro coinvolgimento nei reati che gli vengono attribuiti dai due fratelli.
I Degiorgio, va ricordato, hanno già intentato una causa costituzionale per protestare contro la negazione della grazia da parte del governo in cui siede il ministro Abela.
«Le richieste di grazia dei miei clienti – ha scritto Cuschieri nella lettera al Commissario europeo – sono state respinte dal Presidente di Malta che agisce su raccomandazione del Gabinetto dei ministri del governo dopo che è stato offerto il parere del procuratore generale e del commissario di polizia. Contrariamente a quanto accaduto nei casi di grazia concessi a Melvin Theuma e Vincent Muscat, le autorità menzionate non hanno interrogato i miei clienti sulle informazioni in loro possesso. Non si sono tenuti incontri e non sono state richieste informazioni».
L’avvocato ha poi affermato che era impossibile per lo Stato valutare equamente le richieste dei Degiorgio.
«I miei clienti – si legge nella lettera che Cuschieri ha inviato a Reynders – sono disposti a incontrare lei o una persona di sua fiducia, membri dell’EUROPOL, il primo ministro maltese e membri della stampa e spiegare i dettagli delle informazioni in loro possesso, nonché le loro sincere preoccupazioni riguardo alla possibilità di sussistenza di un legittimo interesse a tutelare le suddette persone».
Un portavoce del Commissario Reynders ha confermato che la lettera era stata ricevuta e ha dichiarato che presto sarebbe stata inviata una risposta.