Imprenditore di Messina froda il fisco italiano e nasconde il “tesoro” a Malta.
Una serie di operazioni e trasferimenti finanziari organizzati ad arte tra diverse società della holding che fa capo ad A. G., queste le iniziali dell’uomo finito nei guai.
La Guardia di Finanza è entrata in azione a Messina nelle prime ore della scorsa mattina, dando esecuzione a due distinti provvedimenti di perquisizione e sequestro emessi dalla Procura e dal Gip di Messina.
Ci sarebbe un giro di affari davvero elevato, una maxi frode fiscale per oltre sette milioni e mezzo di euro.
Pertanto è stato necessario procedere con il sequestrato di conti correnti, rapporti bancari, quote societarie, finanche di beni immobili, tra cui quelli in dotazione ad un trust di diritto maltese.
Dalle primissime indagini emergerebbe un “meccanismo fraudolento” che si andrebbe a intrecciare con un poco chiaro giro di appalti e riciclaggio in una serie di indagini incrociate.
Di fatto l’imprenditore messinese, tramite una società che opera nel settore delle pulizie, e con il coinvolgimento di un prestanome, avrebbe messo in piedi questo sistema con l’obiettivo di sottrarsi al pagamento delle imposte sul reddito e sul valore aggiunto.
La Procura indaga nell’arco temporale di un decennio di attività, trasferimenti e operazioni bancarie a vario titolo.
Dovrà fare luce su ogni vicenda che ruota intorno all’ omessa ed infedele dichiarazione dei redditi, alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per finire con le ipotesi di falso in bilancio, autoriciclaggio.
Tra le accuse anche la mancata predisposizione di modelli organizzativi e di gestione idonei a prevenire reati tributari e riciclatori.