Una storia colpevolmente dimenticata, di quelle che tutti dovrebbero conoscere per capire cosa eravamo e cosa non dovremo mai tornare ad essere.
Il 19 e il 20 maggio il calendario delle iniziative organizzate dall’Istituto italiano di Cultura a Malta, guidato dal professor Massimo Sarti, propone “Il caso Braibanti”, un documentario realizzato dall’attrice e regista Carmen Giardina e dallo scrittore Massimiliano Palmese, nel quale si racconta una vicenda scivolata nello scantinato della memoria: quella di Aldo Braibanti, un eclettico intellettuale in grado di eccellere come scrittore, sceneggiatore e drammaturgo, nonché appassionato studioso delle formiche.
Partigiano e antifascista, Braibanti nel 1968 fu accusato di aver plagiato il suo giovane amante Giovanni Sanfratello, ma il processo si trasformò in un grottesco giudizio alle sue idee, al suo essere libero, alla sua omosessualità. Palmese aveva già raccontato la storia a teatro, ma la trasposizione cinematografica ha consentito di arricchire la ricostruzione dei fatti attraverso numerose testimonianze di colleghi, amici e familiari.
«L’idea del documentario – spiegano Giardina e Palmese – nasce dalla necessità di rendere giustizia a un uomo che ha ricevuto un trattamento ingiusto. Se si leggono i resoconti del processo, si resta allibiti per i toni dell’accusa pieni di insinuazioni e di offese. Quella di Braibanti è la storia di un intellettuale perseguitato per la sua indipendenza, una indipendenza che – in particolare nell’Italia conformista dell’epoca – era allo stesso tempo il suo punto di forza e il suo punto di debolezza».
Il processo a Braibanti (morto nel 2014), che si concluse con una condanna a 9 anni, rappresenta uno dei maggiori scandali giudiziari del ‘900 e, sostengono i due registi, insieme a lui si volle portare alla sbarra – senza uno straccio di prova – quella ondata di modernità della quale l’intellettuale di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) sarebbe stato un solitario precursore.
«È stato tra i primi a parlare di diritti civili – affermano Giardina e Palmese – il primo ecologista a denunciare di quanto l’uomo si sentisse superiore a tutte le altre specie viventi. Aldo Braibanti è una figura importante che non va dimenticata, come non va dimenticato ciò che a dovuto subire un uomo libero che avrebbe potuto trovare riparo sotto l’ombrello di un partito politico ma che ha sempre preferito difendere a tutti i costi la sua autonomia intellettuale».
L’appuntamento organizzato dall’Istituto diretto da Massimo Sarti è dunque l’occasione per comprendere cos’è stato il nostro Paese alla fine degli anni ‘70.
«Da allora molte cose sono cambiate – dicono Giardina e Palmese – e un caso Braibanti non potrebbe ripetersi. Ma occorre restare vigili. In circolazione si registrano pulsioni, ingigantite dai social, dalle quali si evince un certo desiderio di ritorno al passato che potrebbe mettere in discussione i diritti che abbiamo acquisito. La storia di Braibanti dev’essere uno stimolo a impedire che ciò che accada».
“Il caso Braibanti” di Carmen Giardina e Massimiliano Palmese.
Il 19 e 20 maggio in streaming a questo link: https://vimeo.com/542252691
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