Ivan Barbara, il 47enne notaio maltese morto in India il 30 aprile dopo aver contratto il COVID-19, aveva chiesto alle autorità sanitarie di essere vaccinato prima di imbarcarsi per il Paese asiatico. Ma la sua richiesta era stata respinta.
A confermarlo è stato lo stesso ministro della Salute, Chris Fearne, in una intervista a Newsbook.
Dunque, se avesse ricevuto l’antidoto, forse Barbara – che era di Tarxien – sarebbe ancora vivo.
Ricordiamo che in India c’era andato non per un viaggio di piacere ma, insieme alla moglie Rosanne Zarb, per adottare una bambina.
Fearne, però, ha voluto subito spegnere ogni polemica sostenendo che è stato giusto non vaccinarlo perché quando ha avanzato la richiesta (agli inizi di marzo) non ne aveva diritto, non rientrava nella fascia d’età per la quale era prevista la somministrazione della prima dose.
Il ministro ha sottolineato l’importanza di attenersi al calendario delle vaccinazioni, senza eccezioni, per mantenere l’integrità della programmazione stabilita dal governo.
«Questo sistema – ha spiegato Fearne – è in atto perché le persone non possono stabilire le regole per conto loro. Se la gente dice “domani vado in India o in Egitto o in Perù e non ho avuto il vaccino, allora lo chiedo”, avremo una situazione in cui tutti troverebbero un valido motivo per farsi vaccinare. Non ci sarebbe trasparenza e le cose non procederebbero nell’ordine giusto».
Il ministro ha suggerito a coloro che intendono andare all’estero, di programmare i viaggi soltanto dopo aver saputo quando riceveranno l’antidoto.
«Penso si possa fare così – ha aggiunto Fearne – : se so che mi vaccinerò tra un mese, in Perù ci andrò il mese successivo».