Con la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e lo smantellamento della “cortina di ferro”, le mafie – fino ad allora ristrette entro confini nazionali – hanno scoperto che la conseguente globalizzazione ben si prestava all’internazionalizzazione dei loro affari.
Nel giro di pochi anni le mafie russe, cinesi, albanesi ed italiane hanno allargato la loro influenza un po’ in tutta l’Europa.
La malavita organizzata italiana, in particolare la ‘Ndrangheta, si è fortemente radicata nei territori ormai indipendenti dell’Est Europa, comprando a prezzi irrisori fabbricati interi da adibire a ristoranti, pizzerie e negozi.
La strage di Duisburg del 2007 (6 morti) ha aperto gli occhi di chi ancora non se ne era ancora accorto: la ‘Ndrangheta calabrese era ormai diventata una potenza transnazionale.
Malta, appena entrata nell’Unione europea nel 2004, divenne anch’essa un polo di attrazione per le cosche italiane che, piuttosto che investire in massa nell’edilizia e nella ristorazione, si sono invece concentrate sulle attività collegate al gioco d’azzardo online.
Si cominciò ad avere consapevolezza dell’ingente giro di denaro sporco riciclato a Malta nel luglio del 2015, quando la polizia italiana smantellò 1500 sale scommesse in Calabria, i cui proventi che superavano i due miliardi di euro che venivano ripuliti a Malta da M. G., tramite la sua società Betuniq.
Il lavoro sporco di G. a Malta si rivelerà essere solo la punta dell’iceberg. A gennaio di quest’anno il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Santino Mirabella, ha identificato un numero di compagnie sospette a Malta collegate alla criminalità siciliana.
Fra queste, la società gambling “Itechnogaming” (cessata nel 2017) di proprietà di Carmelo Rosario Raspante – accusato di riciclaggio di denaro proveniente da scommesse illegali – aveva dei legami alquanto importanti con la società software e servizi per scommesse online “Just11 Limited”, e la società “Ellison Ltd” – esercente l’attività di holding – controllata dalla “General Affair Ltd”.
Fabrizio Farina, messinese, è stato beccato dai carabinieri sul catamarano a Pozzallo con quantità di valuta notevolmente superiore al consentito.
Dopo accertamenti si è riscontrato che il Farina era rappresentante legale di quattro società a Malta, tutte operanti nel settore gaming online: “Igaming Tech Ltd”, “Vodoo Ltd”, Grapes Holdings Ltd” e “Brains’ Logic Ltd”.
Corrado Casto, messo in stato di fermo cautelare per vari capi d’accusa, compresa l’associazione a delinquere, aveva delle connessioni con la software house “Easy World Ltd”, e operava anche tramite il sito di gioco online “Cb24sport.com”.
È ovvio che non è facile per le forze dell’ordine e le autorità regolatorie maltesi tenere capo ad una malavita così bene organizzata.
Però, scoprire che sia il CEO della Gaming Authority di Malta per gli anni 2013-2018, Joseph Cuschieri, che quello per gli anni 2018-2020, Heathcliff Farrugia, se la spassavano a tarallucci e vino con Yorgen Fenech, accusato di essere il mandante dell’assassinio di Daphne Caruana Galizia, certo non ispirava tanta fiducia in questo organismo.
Cambierà in meglio la gestione futura? Ai posteri l’ardua sentenza.