Scoperta dopo scoperta, la Missione archeologica italiana a Malta sta conseguendo dei risultati che spesso vanno al di sopra delle aspettative. E gli studi più recenti hanno fatto emergere una realtà sempre più affascinante della quale si parlerà il 27 aprile nel corso di una conferenza organizzata dall’Istituto italiano di Cultura, diretto da Massimo Sarti, dal titolo “Monete, identità e commerci a Malta e Gozo tra età Romana e Medioevo”.
All’evento – che per le restrizioni anti COVID-19 si potrà seguire on-line – parteciperanno nomi prestigiosi del mondo dell’archeologia: Giulia Recchia (Università Sapienza di Roma), Grazia Semeraro (Università del Salento), Francesca Bonzano (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Claudia Perassi (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Nathaniel Cutajar (Heritage Malta).
Al centro dell’iniziativa dell’Istituto di Cultura italiana ci sarà un tema di indubbio interesse che riguarda la produzione delle monete a Malta e Gozo. A seguito della conquista romana alla fine del III secolo avanti Cristo, Melita e Gaulos (appunto Malta e Gozo) iniziarono a produrre moneta di bronzo a proprio nome. Pur essendo geograficamente contigue, utilizzarono due sistemi differenti tra loro. A Melita furono prodotte numerosi tipi di monete con rimandi a soggetti di ambito religioso e con scritte in punico, greco e latino. A Gaulos, invece, la produzione si limitò ad una sola emissione, recanti rimandi a scene militari con scritte in greco. Guardando in controluce questa scoperta, attraverso le monete si può dedurre che pur essendo vicine, l’antica Malta e l’antica Gozo erano caratterizzate da una identità territoriale assolutamente diversa.
Gli scavi della Missione italiana a Tas-Silġ hanno portato alla luce il nucleo più consistente di monete della zecca maltese noto finora nell’arcipelago. Ma c’è dell’altro. L’intensa frequentazione del santuario nell’alto Medioevo (VI-IX secolo dopo Cristo) offre inoltre una ricca documentazione sulle anfore da trasporto che consentono di ricostruire il ruolo economico delle isole maltesi nella rete di commerci del Mediterraneo. L’anfora dunque, come la moneta, ci serve come un proxy per ricostruire interi scenari di scambio commerciali medioevali. Studiare l’archeologia di Tas-Silġ dopo il VI secolo ha aperto un modo nuovo di vedere la storia.
Dunque, la conferenza dell’Istituto italiano di Cultura è una ottima occasione per approfondire ciò che sono state nei secoli Malta e di Gozo, due isole che rappresentano sempre di più un inesauribile pozzo di storia.
La conferenza, aperta a tutti, è organizzata dall’IIC La Valletta e dalla Missione Archeologica Italiana a Malta in collaborazione con Heritage Malta. Si terrà martedì 27 aprile alle ore 18:00, in diretta on-line sul canale YouTube dell’IIC La Valletta e sulla piattaforma Zoom.
La passcode per partecipare all’evento è: rBm4WV