Essere di gran lunga preceduti da Paesi governati da democrazie gracili e costantemente in bilico – come Cile, Niger o Burkina Faso – fa diventare rossi dalla vergogna.
E, infatti, è oggettivamente imbarazzante. Malta ha un Prodotto interno lordo in costante crescita (almeno fino a prima della pandemia l’aumento era ragguardevole), ha affrontato l’emergenza sanitaria meglio degli altri e la campagna di vaccinazione è tra le più efficaci d’Europa; ma, c’è un versante che invece non offre alcun motivo per essere orgogliosi. Anzi.
Suona come uno schiaffo la relazione annuale di Reporter Senza Frontiere (RSF) sulla libertà di stampa nel mondo, secondo la quale nella classifica mondiale Malta occupa l’81esimo posto: è davanti a El Salvador (82), Gambia (85) e Haiti (87), tre luoghi del pianeta dove la vita è dura e dove fare informazione è uno dei mestieri più complicati in assoluto. Ma il dato grave è che Malta è dietro a Burkina Faso (37), Cile (54) e Niger (59), che non sono esattamente tre Paesi dove tutto fila liscio.
Il rapporto di RSF è impietoso con Malta: «Più di tre anni dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, ci sono ancora preoccupazioni sul clima della libertà di stampa. Il caso ha finalmente visto qualche progresso nel febbraio 2021 con il tanto atteso arresto di quattro uomini coinvolti nell’omicidio, ma l’indagine sulla presunta mente è ancora in sospeso».
Reporter Senza Frontiere sottolinea come la politica abbia imbavagliato la stampa, e quanto una discriminazione nell’accesso alle informazioni e un sistema giudiziario inefficace hanno continuato a ostacolare le indagini di interesse pubblico e a rappresentare una minaccia per i giornalisti che esercitano la loro professione.
Per RSF un altro problema è rappresentato dal peso che i partiti hanno sui giornali. «Mentre il clima della stampa è estremamente diviso – si legge nel rapporto – la proprietà dei media rimane nelle mani dei due principali partiti politici, soffocando il dibattito pubblico e permettendo alla propaganda di dominare le notizie».
Nella classifica sulla libertà di stampa stilata da RSF l’Italia è invece al 41esimo posto. Meglio di Malta, sicuramente, ma non per questo la situazione può essere definita meno allarmante. Nel rapporto si legge che «circa 20 giornalisti italiani vivono oggi sotto protezione permanente della polizia a causa di intimidazioni, minacce di morte e attentati contro di loro, perpetrati da organizzazioni criminali e reti mafiose in particolare».