Un “braccialetto elettronico” (che però si mette alla caviglia) per i detenuti condannati a pene inferiori a 12 mesi.
Secondo quanto riporta MaltaToday, il governo starebbe elaborando una strategia che punta a raggiungere due obiettivi: facilitare la riabilitazione e il reinserimento nella società di chi si è macchiato di reati minori, e alleggerire il sovraffollamento delle carceri.
La cavigliera elettronica consentirà di conoscere – 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 – gli spostamenti del detenuto; qualora il soggetto dovesse allontanarsi dai luoghi in cui deve risiedere, la sua “fuga” sarà segnalata da un allarme collegato con la centrale della polizia.
La decisione se concedere il “braccialetto” sarà presa dal magistrato e riguarderà quei detenuti che in ogni caso godrebbero dei permessi o della libertà condizionale.
Il progetto al quale sta lavorando il governo prende spunto da una serie di riflessioni circa il destino di chi ha commesso reati non gravi: spesso ci sono persone condannate a sei mesi che hanno perso il lavoro o hanno dovuto interrompere gli studi, il che ha complicato il loro reinserimento nelle vita sociale nel momento in cui sono usciti dal carcere.
Una spinta ad affrontare il problema è arrivata anche dai dati contenuti nell’ultimo rapporto “Space” del Consiglio d’Europa: Malta ha avuto il più alto tasso di crescita delle carcerazioni tra il 2019 e il 2020, con un aumento non trascurabile del 15,2%.
E Malta ha anche avuto il più alto tasso di suicidi nelle carceri: 25,2 ogni 10.000 detenuti.