«L’omicidio di Daphne Caruana Galizia era inevitabile». Va giù duro Moviment Graffitti, la Ong che a Malta è protagonista di molte battaglie civili.
L’affermazione è contenuta in un dossier di 26 pagine nel quale si analizza l’ipotesi di un coinvolgimento di esponenti delle istituzioni nell’attentato in cui morì la giornalista d’inchiesta.
Le conclusioni di Moviment Graffitti sono impietose: Daphne è stata ammazzata a causa della corruzione politica che ha messo al primo posto l’economia e al secondo posto il benessere del Paese.
Nel documento, gli attivisti della Ong sostengono l’esistenza di legami molto stretti tra le grandi imprese e la classe dirigente nella sua totalità: «A Malta la corruzione ha trovato le sue radici nell’amministrazione nazionalista ed è fiorita sotto il governo laburista. Ha trovato il suo nutrimento nel finanziamento dei partiti ed è germogliata sotto forma di accaparramento di terre a basso costo e accordi governativi dietro le quinte».
L’omicidio di Caruana Galizia – si sostiene nella contro inchiesta della Ong – è stato «tra i primi segni di putrefazione» di un sistema interessato prima agli aspetti economici e poi a tutto il resto.
Secondo gli attivisti sono inadeguate anche le leggi dello Stato, la cui inefficacia favorirebbe una impunità diffusa.