Mentre i cacciatori lucidano i fucili, BirdLife punta il dito contro le falle nel sistema che consentirebbero, anche quest’anno, un massacro di animali insostenibile per l’ecosistema maltese.
In merito alla stagione di caccia primaverile della “Summiena” (ovvero la quaglia comune), l’associazione ambientalista ha spiegato chiaramente che questa può essere avviata unicamente in deroga quando l’ammontare cacciato durante la stagione autunnale è stato basso.
Monitorare la selvaggina cacciata sarebbe però estremamente difficile, soprattutto se, con la presunta complicità delle istituzioni, i cacciatori non dichiarano le prede catturate.
La responsabilità cadrebbe, secondo BirdLife, sul Ministro per l’Ambiente, il Ministro di Gozo e il Capo dell’Unità di regolamentazione degli uccelli selvatici (WBRU).
Mark Sultana, CEO di BirdLife, riferisce che questo sistema è un chiaro invito a non dichiarare le prede catturate: il numero di cacciatori che nel 2020 ha partecipato al “carnet de casse”, ovvero il registro che consente di monitorare l’attività venatoria, è stato di 292 su 10.675 autorizzati. “Questo è stato accettato dalla WBRU e dalle organizzazioni di cacciatori che non hanno fatto nulla per instillare la disciplina nei loro membri cacciatori per adempiere a questo obbligo “, ha dichiarato Sultana.
Con un livello di partecipazione così basso, i dati non possono essere considerati attendibili, insufficienti dunque ad avviare la stagione.
«Si nota – ha proseguito Sultana – che il primo ministro Robert Abela continua a tenere a bada la lobby dei cacciatori. Ma gli ricordiamo che è ancora responsabile di garantire il rispetto della legge. La mancanza di partecipazione dei cacciatori nel dichiarare il numero di prede catturate è ancora una volta un sintomo del messaggio sbagliato che il governo sta trasmettendo alle organizzazioni di cacciatori che non hanno il controllo dei loro componenti».