Malta è il fanalino di coda nell’Unione Europea per quanto riguarda l’agricoltura biologica.
Il dato è emerso da un’indagine Eurostat diffusa alla fine della scorsa settimana e che si riferisce al 2019.
Secondo Eurostat la percentuale UE di agricoltura biologica rispetto alle coltivazioni totali è dell’8,5%. La corrispondente percentuale maltese è appena dello 0,5%.
In altri termini, della totalità dei terreni adibiti a coltivazione a Malta, solo lo 0,5% è considerato in linea con gli standard bio: una tecnica che prevede la coltivazione e l’allevamento di piante e animali in modo naturale. Questo processo include l’uso di materiali biologici, evitando sostanze sintetiche per mantenere la fertilità del suolo e l’equilibrio ecologico, riducendo così al minimo l’inquinamento e gli sprechi.
I dati Eurostat rivelano che all’interno dell’Unione Europea sono 13,8 i milioni di ettari dedicati all’agricoltura biologica, un balzo del 46% tra il 2012 e il 2019. Il corrispondente progresso maltese è stato però solo dello 0,1%.
Tornando ai dati diffusi da Eurostat in testa alla classifica troviamo l’Austria, che destina ben il 25% dei propri terreni agricoli all’agricoltura bio, seguita dall’Estonia (22,3%) e dalla Svezia (20,4%). Quarto posto pari merito all’Italia e alla Repubblica Ceca (15,2%).
Gli ultimi posti della classifica sono appannaggio dell’Olanda (3,7%), della Polonia (3,5%), della Romania (2,9%), della Bulgaria (2,3%), dell’Irlanda (1,6%) e di Malta (0,5%).
L’obiettivo della UE è di arrivare a una media del 30% e a questo scopo sono previsti investimenti per 40 milioni di euro nel prossimo bilancio comunitario.