L’obiettivo è di diventare la capitale europea degli eSports, ovvero le sfide tra appassionati di videogiochi. E dallo scorso ottobre, con la sua agenzia governativa di promozione del gaming, Malta è entrata ufficialmente nella Iesf, International eSports federation. Il business che gira intorno a questo fenomeno ha dimensioni di tutto rispetto: oltre un miliardo di dollari nel mondo. E lo stesso Cio, il Comitato olimpico internazionale, ha confermato di volerlo inserire tra le specialità olimpiche dopo essersi rifiutato per circa 10 anni di considerare sport una gara davanti alla Playstation o a un computer sul quale sparare ad alieni e cavalieri medievali.
Poco più di un mese fa, ha sbattuto la porta in faccia a due organizzazioni che dichiarano di rappresentare tutto il mondo degli eSports e che chiedevano al comitato olimpico di essere riconosciute come federazioni sportive: la Iesf, quella alla quale ha aderito Malta, e la Gef, Global eSports federation. Ma nella comunicazione di rifiuto specificava che sta già creando delle federazioni locali con le proprie organizzazioni nazionali. Per l’Italia, ad esempio, in seno al Coni è già nata la Fide, Federazione italiana discipline elettroniche. Requisito fondamentale è che si tratti di organizzazioni no profit. Mentre, invece, la Iesf, alla quale ha aderito Malta, è una società coreana che guadagna un bel po’ di quattrini organizzando tornei; al pari della Gef, nata a Singapore,
Nel frattempo, comunque, una dozzina di società hanno già deciso di aprire a Malta una sede. Il dato lo ha reso noto il ministro dell’Economia, Silvio Schembri, tra le cui competenze ricade anche la delega alla Innovazione digitale. Il suo ministero ha lanciato un programma di sostegno al settore: in dieci anni, videogiochi e eSports dovrebbero creare ben 3mila posti di lavoro.
Tra le aziende che hanno già scelto questo Paese c’è anche l’italiana Qlash, che ha aperto qui un ufficio operativo mantenendo in patria la sede in Lombardia. Il titolare, Luca Pagano, è stato il primo a creare un’impresa italiana in questo settore. Noto per essere stato un campione di poker di livello mondiale e per avere creato il format televisivo “La casa degli assi”, una sorta di Grande fratello popolato solo da pokeristi, Pagano sta puntando sugli eSports in maniera convinta.
“La carta che Malta si può giocare è quella della regolamentazione” ha detto al Corriere di Malta “perché in questo momento in tutta l’Unione europea non esistono regole per svolgere quest’attività. E questo significa che, per esempio, non si sa come qualificare i giocatori: sono sportivi? Sono atleti? Senza considerare che in alcuni Paesi, come l’Italia, non è possibile organizzare tornei con premi in denaro. Perché la normativa locale consente di mettere in palio premi di valore economico solo per tornei sportivi. E gli eSports, per adesso, non sono riconosciuti come sport. Ecco perché Malta avrebbe grandi vantaggi da una regolamentazione di queste attività ludiche.