I ministri delle finanze dell’Unione Europea hanno avviato una discussione per la possibile realizzazione di una “lista nera” di paradisi fiscali a livello mondiale, a seguito del nuovo scandalo sui Paradise Papers.
L’argomento entra con urgenza nell’agenda dei ministri dopo le ultime notizie, nonostante gli stati membri dell’UE avessero programmato da diversi mesi di arrivare ad un accordo sulla lista nera dei paradisi fiscali entro la fine di quest’anno.
La lista nera proposta dell’UE si applicherebbe comunque ai soli paesi extracomunitari, per cui Malta non rischierebbe di venire sottoposta a questa segnalazione, nonostante il flusso di denaro proveniente dall’Azerbaijan certificato nell’isola.
Tuttavia, a questa iniziativa ad hoc per salvare Malta dall’inserimento nella black list l’Ue avanza una precisa contropartita: la cooperazione del Paese, così come quella di altri piccoli Stati dell’UE come il Lussemburgo e l’Irlanda, che attirano anche le imprese con tassazioni più agevolate, per non utilizzare il proprio potere di veto su misure che riguardano le materie fiscali.
Va ricordato che al momento ogni paese dell’UE ha una propria lista di paesi che sono considerati meno cooperativi in materia fiscale, ma una lista nera diffusa dall’Unione Europea potrebbe avere conseguenze molto gravi, e comportare sanzioni pesanti per i paesi messi nel mirino.
Nel tentativo di ridurre l’appello dei paesi dell’UE considerati paradisi fiscali, Bruxelles ha proposto l’istituzione di registri pubblici che mostrano i veri proprietari delle imprese, nonché la segnalazione obbligatoria delle grandi imprese multinazionali dei profitti realizzati e delle imposte pagate in ciascuno Stato dove operano.