Inez Galea, 95 anni, ha trovato una morte orrenda lo scorso lunedì, quando – con dinamiche ancora da accertare – è stata sbranata dai due pitbull del nipote, Maxie e Ċika. Assieme a lei ha trovato la morte anche il suo fedele chihuahua, che la donna portava sempre in braccio.
E se la dinamica dei fatti è ancora da accertare, con il nipote – Andre Galea, 34 anni – che è stato sentito dalla polizia e poi rilasciato per finire ricoverato per un malore al Mater Dei, di sicuro è già emerso un quadro di disagio sociale notevole.
Inez Galea, intanto, viveva nel garage della sua stessa abitazione, al quale accedeva da una porta ricavata con un foglio di alluminio. Il nipote viveva invece al piano di sopra, dal quale si accedeva dall’ingresso principale della casa. Nipote che sui social media si dipingeva come un allevatore di cani di razza.
I cani vivevano in cubicoli di mattoni sul tetto della casa, composta di parti non finite e altre attrezzate alla meno peggio.
Maxie e Ċika, i due pitbull “assassini” sono stati presi in custodia dal Servizio animali e saranno probabilmente soppressi al termine del processo. Gli altri animali di Andre Galea sono stati invece affidati all’associazione animalista Noah’s Ark. Si tratta di Ivy, il mastino tibetano di Galea, quattro altri cani frutto di incroci, quattro criceti, due gatti, un gallo e due voliere di uccelli. Altri tre cani sono stati giudicati “troppo aggressivi” dall’associazione e si sta pianificando di sterilizzarli.
Al momento le indagini sono ancora in corso, con la versione di Galea che contrasta con quelle dei vicini ascoltati dalla polizia. Secondo l’uomo la nonna si sarebbe avventurata al piano di sopra in sua assenza («gli avevo detto di non farlo»), provocando così la reazione dei cani, mentre i vicini sostengono che la donna si trovava nel suo appartamento e che i cani hanno trovato il modo di entrare e di trascinarla poi sulle scale, dove è stata trovata.