Gli italiani all’estero votano, ma il loro voto sembra contare meno. E non è una questione meramente politica, quanto di pratici numeri…
Se considerassimo tutti i cittadini iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani all’Estero) in un’unica regione sarebbero la quarta regione d’Italia. Fra la Campania, che conta quasi sei milioni, e la Sicilia con quasi 5 milioni.
I cittadini iscritti all’AIRE, infatti, sono poco più di cinque milioni. Ma mentre Sicilia e Campania hanno intorno a 80 parlamentari fra senatori e deputati, i cittadini AIRE hanno 18 parlamentari. Perché questo squilibrio? Perché i cittadini all’estero valgono meno?
I cittadini italiani all’estero votano ma non contano. Ogni cittadino italiano deve essere ugualmente rappresentato in parlamento. Il voto uguale dei cittadini all’estero è stabilito e tutelato dalla costituzione italiana e da diversi trattati internazionali firmati dall’Italia.
La Costituzione repubblicana detta, all’art. 48, alcuni principi fondamentali in materia di voto stabilendo che esso è personale, uguale, libero e segreto e che il suo esercizio è un «dovere civico». Il voto uguale significa che ogni voto ha lo stesso peso e potere.
Anche l’articolo 21 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani stabilisce che tutti i cittadini hanno il diritto di partecipare ad un suffragio universale ed eguale. Stesso diritto viene stabilito dalla “Convenzione internazionale sui diritti civili e politici” e dalla “Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale”.
Nella sostanza i cinque milioni di italiani all’estero valgono un solo milione. Un italiano in Italia ha un parlamentare ogni 63.000 abitanti (in media). Un italiano all’estero ha un parlamentare ogni 284.137 abitanti. Se ci fosse il voto uguale per tutti i cittadini italiani, i parlamentari italiani eletti all’estero dovrebbero essere 74, e non 18.
Con la possibile riduzione dei parlamentari con il referendum del 21 settembre 2020 i parlamentari dovrebbero essere 600 fra camera (400) e senato (200). I parlamentari eletti all’estero 12.
In questo scenario un italiano in Italia avrebbe un parlamentare ogni 126.442 abitanti (in media). Un italiano all’estero avrebbe un parlamentare ogni 426.206 abitanti. Il voto è un diritto di tutti i cittadini indipendente dal reddito, dal pagamento delle tasse (molti italiani all’estero pagano le tasse sulla casa e l’impresa), dal sesso o dal luogo di residenza.
La negazione dell’uguaglianza del voto tra italiani in Italia e italiani all’estero contradice sia la costituzione italiana, sia diversi trattati e convezioni internazionali, sia il buon senso.
Gli italiani che sono all’estero per qualsiasi motivo (per nascita, per cercare altre opportunità o per semplice scelta) devono godere degli stessi diritti dei loro concittadini che vivono in Italia. I cittadini italiani all’estero per molti anni hanno sostenuto l’economia italiana con le rimesse, o hanno sostenuto l’Italia con gli obblighi di leva militare o con una rete commerciale che ha creato una della ristorazione più presente nel mondo e una rete politica ed economica molto rilevante in molti paesi. Alcuni di loro hanno anche esportato cose negative o illegali. Altri sfortunatamente sono morti nelle miniere belghe, altri ancora sono stati trattati come schiavi.
Anche oggi alcuni italiani all’estero sopportano gli sberleffi dei locali che li associano solo alla “pasta” e alla “pizza” o peggio ancora alla “mafia”. Comunque sia tutti gli italiani devono godere degli stessi diritti e doveri al momento delle elezioni.
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Fonte dati: I dati ISTAT per le regioni italiane sono aggiornati al 01/01/2019. Anagrafe degli italiani residenti all’estero aggiornato al 31 dicembre 2017 (Ministero dell’Interno).