Il sindacato di categoria del medici (Malta’s Medical Association – MAM) ha annunciato ieri l’intenzione di proseguire sulla strada dello sciopero, giudicando insufficiente la risposta del Governo sulla questione di raduni ed eventi di massa.
Al centro della contesa c’è la recente ripresa nel numero dei contagi, che ha visto una crescita esponenziale, dovuta principalmente a due fattori: eventi come feste di paese e concerti e gli sbarchi di immigrati clandestini.
Ma mentre questi ultimi vengono immediatamente sottoposti a tampone e a quarantena obbligatoria, Malta sembra decisa a ritagliarsi un ruolo come hub di eventi musicali nel Mediterraneo, cercando di emergere tra i lockdown e le misure anti-coronavirus di località più rinomate come Ibiza o la Costa del Sol. E quindi ecco la pubblicità sui social media che invita i giovani nordeuropei e britannici in particolare a trascorrere le vacanze “musica e alcol” a Malta, isola senza Covid, senza controlli e senza limitazioni.
Al tempo stesso, mentre le feste parrocchiali sono state annullate per tutto il 2020, quelle gestite dalle associazioni bandistiche hanno fatto registrare grandi partecipazioni (e grandi rischi, come nel recente caso di Santa Venera).
La pressione montante del personale sanitario nei confronti del Governo ha fatto uscire allo scoperto ieri sera il Ministro della sanità Chris Fearne, che ha annunciato in conferenza stampa il ripristino di alcune misure per combattere l’epidemia (eventi con accesso limitato a una persona ogni quattro metri quadrati).
Ma per il sindacato dei medici le misure sono largamente insufficienti. «Organizzatori di eventi e politici sono in combutta, e le misure non tutelano affatto la salute dei maltesi».
Il sindacato vorrebbe il divieto assoluto per gli assembramenti di più di 10 persone. Se questa drastica misura non sarà implementata, lo sciopero annunciato diventerà effettivo, con il personale medico che opererà solo in pronto soccorso.
Parafrasando l’infelice frase del premier Robert Abela, il sindacato ha scritto che «La situazione non è business as usual, siamo ancora nel mezzo di una pandemia globale e il popolo maltese ha il diritto a essere protetto»