Per un progetto di ricerca un’impresa può ottenere mediamente il 45% di contributo ma ovviamente occorre distinguere e valutare caso per caso, scrive Stefano de Stalis.
A volte le imprese si trovano di fronte alla situazione di voler sviluppare un’idea oppure di implementare un prodotto o un processo che già esiste. Siccome in questi casi ci si imbatte in costi anche di una certa consistenza occorre fare bene i conti e verificare se ci sono fondi pubblici che possono coprire parte di queste spese.
Ma dove è esattamente il confine tra quella che può essere considerata ricerca fondamentale o industriale e quella che invece viene comunemente considerata innovazione? Saper effettuare correttamente la distinzione è importante perché la misura dell’agevolazione cambia e può essere più alta o più bassa a seconda del progetto di sviluppo che si intende avviare. Per esempio, nel caso della “ricerca fondamentale” l’intensità di aiuto raggiunge anche il 100% del costo previsto mentre per la “ricerca applicata” (industriale e sperimentale) in alcuni casi riesce a coprire il 60% dei costi. Mediamente si può affermare che un’impresa per un progetto di ricerca può ottenere il 45% di contributo ma ovviamente occorre distinguere e valutare caso per caso.
A livello europeo è stata adottata una definizione che viene utilizzata in tutti i Paesi membri, a volte con alcune piccole varianti. Queste misure operano un po’ ovunque e l’attività di ricerca e innovazione è ritenuta di grande importanza perché crea sviluppo ed occupazione. Ovviamente anche Malta ha emanato negli anni alcuni strumenti e adotta tale definizione.
Vediamo un po’ cosa dice la normativa europea.
Innanzitutto, occorre premettere che le attività di ricerca e sviluppo possono essere svolte anche in ambiti diversi da quelli scientifico e tecnologico (ad esempio, in ambito storico o sociologico) atteso che, in linea generale, le attività di ricerca e sviluppo sono volte all’acquisizione di nuove conoscenze, all’accrescimento di quelle esistenti e all’utilizzo di tali conoscenze per nuove applicazioni.
Inoltre, cominciamo ad escludere la “ricerca fondamentale” dalle attività che normalmente svolgono le imprese perché la ricerca fondamentale, o “di base” come a volte viene chiamata, è soprattutto appannaggio delle Università, dei centri ed enti di ricerca, di infrastrutture pubbliche scientifiche, le quali tradizionalmente svolgono lavori sperimentali o teorici che hanno la principale finalità di acquisire nuove conoscenze sui fondamenti di fenomeni e di fatti osservabili, senza che siano previste applicazioni o utilizzazioni pratiche dirette.
Invece rientrano nella definizione di “ricerca industriale” le attività di:
- ricerca pianificata o indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, da utilizzare per mettere a punto nuovi prodotti, processi o servizi o permettere un miglioramento dei prodotti, processi o servizi esistenti;
- creazione di componenti di sistemi complessi necessaria per la ricerca industriale, in particolare per la validazione di tecnologie generiche,
Infine, si definisce “sviluppo sperimentale” lo svolgimento di attività di:
- acquisizione, combinazione, strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica, tecnologica, commerciale allo scopo di produrre piani, progetti o disegni per prodotti, processi o servizi nuovi, modificati o migliorati; tali attività possono comprendere l’elaborazione di progetti, disegni, piani e altra documentazione, purché non siano destinati a uso commerciale; sono ricomprese nell’ambito dello sviluppo sperimentale, anche gli “studi di fattibilità”.
- realizzazione di prototipi utilizzabili per scopi commerciali e di progetti pilota destinati a esperimenti tecnologici e/o commerciali, quando il prototipo è necessariamente il prodotto commerciale finale e il suo costo di fabbricazione è troppo elevato per poterlo usare soltanto a fini di dimostrazione e di convalida;
- produzione e collaudo di prodotti, processi e servizi, a condizione che non siano impiegati o trasformati in vista di applicazioni industriali o per finalità commerciali.
È importantissimo sottolineare che non sono considerate attività di ricerca e sviluppo, le modifiche ordinarie o periodiche apportate a prodotti, linee di produzione, processi di fabbricazione, servizi esistenti e altre operazioni in corso, anche quando tali modifiche rappresentino miglioramenti.
Sono, pertanto, escluse dal perimetro dell’agevolazione le modifiche non significative di prodotti e di processi (a titolo esemplificativo, le modifiche stagionali, le modifiche di design di un prodotto, la mera sostituzione di un bene strumentale, i miglioramenti, qualitativi o quantitativi derivanti dall’utilizzo di sistemi di produzione che sono molto simili a quelli già usati).
Sono agevolabili, invece, le modifiche di processo o di prodotto che apportano cambiamenti o miglioramenti significativi delle linee e/o delle tecniche di produzione o dei prodotti (quali, ad esempio, la sperimentazione di una nuova linea produttiva, la modifica delle caratteristiche tecniche e funzionali di un prodotto).
Per fare un esempio e rendere l’idea di cosa stiamo parlando, un’azienda che stiamo assistendo produce dei congegni elettronici di propria invenzione ed è nella fase di modificare e migliorare alcune caratteristiche per poterli utilizzare in un ambito diverso attraverso l’utilizzo combinato con un altro congegno supplementare. In questo caso siamo di fronte ad un’attività di sviluppo sperimentale ma non di ricerca e sviluppo in senso proprio.
A volte, come si può vedere, non è sempre facile far rientrare un progetto nella giusta categoria, occorre fare una analisi approfondita anche sulla base dell’attenta lettura di circolari e direttive che sull’argomento sono state emesse e sulla base della valutazione dello stato di approvazione delle domande di contributo presentate in passato le quali rappresentano uno storico molto importante.
Se avete bisogno di un aiuto per capire in quale categoria si classifica il vostro progetto al fine di definire l’intensità corretta dell’agevolazione che potete ottenere, o se avete un progetto ed avete bisogno di finanziarlo con fondi pubblici, ricordatevi che possiamo darvi una mano. L’unica cosa da fare è quella di inviarci una email all’indirizzo riportato qui sotto.
Stefano De Stalis
Responsabile Affari Europei e Aiuti di Stato
Sheltons Malta Ltd
[email protected]