Il gruppo di Monte Po, il clan che secondo le parole del procuratore legale Carmelo Zuccaro “possiede una elevata capacità di rigenerarsi ed espandersi grazie al perverso ascendente che la carriera criminale ha sulle giovani generazioni” è il responsabile di uno dei traffici di droga che collega Catania con Malta.
L’attività investigativa parte nel gennaio 2017 nell’ambito del procedimento penale a carico di Sebastiano Sardo, esponente di vertice del gruppo mafioso e adesso collaboratore di giustizia, e si è conclusa nel gennaio 2019.
Ai soggetti coinvolti nelle indagini sono stati contestati numerosi reati, tra cui un consistente traffico internazionale di stupefacenti con l’isola di Malta. Il sostituto procuratore Barbara Laudani ha spiegato come siano stati monitorati due episodi di traffico di marijuana che però farebbero parte di un progetto continuativo di fornitura stimato in due consegne mensili da 250 chili, per un giro d’affari che si aggirerebbe su un milione e 500 mila euro al mese.
Le evidenze raccolte testimoniano, secondo i magistrati, come l’interesse in territorio maltese fosse oggetto di diverse conversazioni, nelle quali gli interlocutori mostravano preoccupazione per le operazioni di repressione effettuate dalla polizia maltese e delle ripercussioni che avrebbero potuto avere negli affari del clan.
A operare lo smercio in territorio maltese, secondo le dichiarazioni di Sardo e supportate dai riscontri investigativi, è Alfio Strano, catanese da 18 anni domiciliato a Malta e “formalmente dipendente di un supermercato”, secondo quello che dice Sardo ai magistrati. Sarebbe lui il destinatario finale della droga, quale “emissario” di cittadini maltesi.
Il riscontro alle dichiarazioni arriva agli inquirenti dagli incontri intercorsi tra Alfio Strano e gli uomini del gruppo. Nei colloqui con gli esponenti del gruppo, Alfio Strano racconta di essere obbligato da pendenze giudiziarie a restare Malta, e che preferirebbe, nell’eventualità, essere arrestato in Italia poiché la situazione è valutata più “favorevole” dal punto di vista giudiziario.
Anche due cittadini maltesi sono stati raggiunti dal provvedimento di custodia, si tratta di Michael Aquilina e di Gordon Schembri. Gli investigatori hanno documentato la loro presenza a Catania a luglio nel 2017, presenti proprio per stringere accordi su quantità, prezzo e fornitura di sostanza stupefacente. In alcune occasioni sono stati loro stessi a occuparsi del trasporto. I loro movimenti svelano l’esistenza di supporto logistico via mare fornito da imbarcazioni guidate da maltesi. In un’occasione, precisamente nell’agosto del 2017, Gordon Schembri si premura di fornire le coordinate geografiche corrispondenti alla zona di Scoglitti, frazione marina di Vittoria, dove gli organi inquirenti ipotizzano dovesse avvenire un incontro riservato. Schembri, giunto alle porte di Scoglitti, ha effettuato un’altra telefonata, con la quale, in lingua maltese, ha riferito al suo interlocutore in barca, di avere notato la presenza di una pattuglia delle forze dell’ordine lungo il tragitto e dunque dopo essersi disfatto dello zaino, si era allontanato. Riuscirà comunque ad affidare “al volo” il carico a un natante con motori fuori bordo che aveva fatto ingresso nel porticciolo di Scoglitti a luci spente.
Anche per loro, gli investigatori hanno documentato il collegamento diretto con Alfio Strano, intermediario del gruppo di Monte Po.
Si ringrazia per la segnalazione dell’articolo il collega Angelo Capuano di Catania Today.