Charles Herisson (Ceo di Betadvisor) incontra virtualmente Giacomo Arcaro, definito da Forbes «founder di una delle principali agenzie di growth hacking europee e uno dei principali e influenti ICO Advisor europei».
«Malta è definita la blockchain Island. Questo successo risiede nel fatto che ha un governo molto veloce e snello che prende decisioni in maniera rapida». È quanto sostiene Giacomo Arcaro, uno dei consulenti di blockchain più pagati al mondo, growth hacker di successo, parlando dell’isola durante una recente intervista ad Hub Affiliations.
«Qualcuno – ha aggiunto Arcaro – ha contestato il Governo maltese per aver preso decisioni molto rapide, ma invece ha avuto successo perché tutti i miei clienti nel 2017 si sono spostati a Malta. È stata una decisione fondamentale quella di rendere l’isola blockchain friendly. Grazie a questo, infatti, sono stati spostati tutti gli eventi sull’isola, come l’AIBC Summit, che è stato poi quello più rilevante del mondo crypto blockchain».
L’investor & Startup Advisor ha poi ricordato il primo evento al quale ha partecipato, proprio a Malta, nel 2018, insieme al suo socio Giovanni Casagrande, il Delta Summit.
«È stato un evento importante – ha detto – pieno di interventi utili alla crescita professionale e personale, perché abbiamo capito che oltre alla bolla della ICO, c’era una struttura che aiuta le industrie, le imprese a implementare progetti dirompenti. Del resto, gli eventi migliori sono tutti organizzati a Malta, sia per la tipologia delle persone che partecipano, sia per la qualità degli interventi».
Arcaro ha poi spiegato i motivi per i quali il settore del blockchain e delle crypto sta crescendo: «Ultimamente stiamo assistendo a una sfiducia verso i governi, le banche la politica e verso tutto ciò che viene centralizzato. La blockchain, invece, si propone di decentralizzare, quindi di diffondere il potere su più piattaforme, su più elementi, su più nodi. In questo modo, non c’è più un capo che gestisce una serie di informazioni e una serie di documenti, ma è un insieme di nodi che si organizzano in modo autonomo per la gestione di queste informazioni, di questi dati».
Parlando poi di growth hacking, Arcaro ha sottolineato il ruolo fondamentale del growther, responsabile della crescita esplosiva di una start up.
«Le aziende – ha continuato – hanno bisogno di fare una crescita rapida, regolata, buona, sana. Il growth hacking è una tecnica non convenzionale per la crescita del business. Ci sono corsi che si possono fare, ma la cosa migliore è leggere libri. Fra i libri interessanti, che mi hanno aiutato tantissimo c’è “Credimi! Sono un bugiardo” che racconta di come sono state generate fake news e come creare campagne a zero euro per imprese importanti e diffonderle sul web. Bisogna stare attenti perché anche in questo settore ci sono persone che si auto professano esperti, ma in realtà non lo sono perché tu in primis devi crescere, sviluppare, avere un business profittevole».
L’intervista è stata anche l’occasione per parlare del rapporto fra blockchain e betting e degli scenari futuri. «C’è un problema enorme – ha sottolineato Arcaro – tra le migliaia di piattaforme per il betting che ci sono al mondo. Ognuna di queste ha i propri bonus, i propri depositi. Quello che servirebbe è una moneta unificata che possa unire tutte le società di betting, così si possono trasferire nell’immediato i fondi, da una piattaforma all’altra. In questo modo i giocatori avrebbero sempre soldi a disposizione per essere cambiati in qualsiasi momento. Ci sarebbero tanti benefici come il trasferimento di queste monete dal proprio wallet a quello della compagnia. Questi due mondi poi si uniscono per il fatto delle vincite e per l’onestà delle piattaforme. La blockchain è un registro pubblico, inalterabile che contiene dei dati. Se noi andassimo a segnare su tale registro le vincite, le perdite, sia in termini percentuali sia in termini economici, vedremmo quali sono i siti sui quali si vincono più soldi, sui quali di meno, le percentuali e le quotazioni».
Giacomo Arcaro si è poi soffermato sui suoi progetti. In primis, sul libro che sta scrivendo, intitolato “Hack it till you Make it”, vale a dire «Hackera quel meccanismo in modo che tu ce la faccia» e su Art Square l’azienda che sta rivoluzionando il mondo dell’arte, fondata da Fabrizio D’Aloia e Francesco Boni Guinicelli: «Utilizzando appunto la blockchain, si può prendere un’opera d’arte di Andy Warhol da 30 mila euro, come quella che abbiamo sul sito artsquare.io, e frazionarla in diecimila parti. Ogni frazione vale un euro e tu con la blockchain puoi comprarla. Esiste un registro pubblico inalterabile che ha tutto insieme integrato, quindi andando sul sito, usando la tua carta di credito, con un euro, ti compri lo 0,03% di un quadro di Andy Warhol che poi potrai rivendere un domani quando la quotazione salirà».
Non solo business, però. Grande attenzione è rivolta anche al mondo della solidarietà con un’idea che coinvolgerà presto i ragazzi cambogiani: «In quelle zone non ci sono alternative per questi ragazzi, che sono molto intelligenti, perché si arrangiano e sanno fare tutto. Vorremmo insegnargli l’inglese per creare un gruppo di persone che lavorano su Fiverr. A loro basterebbero 10 euro al giorno per vivere dignitosamente, poter mangiare e mettere soldi da parte per una casa. Oltre all’inglese, potrebbero fare lezione di computer, partendo dalle cose più semplici. E poi potrebbero essere introdotti nel mondo del lavoro tramite la piattaforma Fiverr. Sarebbe una buona occasione per loro che lavorerebbero sei ore al giorno».
(a cura di betadvisor.com)