Si fa strada la spinosa questione dei trafficanti di petrolio dietro all’uccisione della giornalista maltese Daphne Caruana Galizia. E l’ultima puntata di una vicenda tanto articolata quanto misteriosa arriva con l’arresto di Darren Debono, una delle nove persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione Dirty Oil condotta dalla Guardia di Finanza di Catania.
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Come riporta il «Fatto Quotidiano», dall’inchiesta, iniziata nel 2014, emerge una complessa rete di traffici illeciti attraverso navi fantasma che attraversano il Mediterraneo dalla Libia all’Italia, attraverso le acque maltesi, creando un business milionario fatto di introiti illeciti custoditi tra Malta e Dubai. Il primo a cadere, lo scorso 24 agosto, è stato Fahmi Slim Ben Khalifa, considerato il re del contrabbando di petrolio. Aveva a disposizione una milizia, nella zona di confine tra Tunisia e Libia, con cui rubava il petrolio dalla raffineria di Zawiya appartenente a una società statale libica di gas e petrolio che qualche decina di chilometri più a ovest gestisce anche l’impianto di Mellitah in joint venture con la nostra Eni. Ben Khalifa aveva una società aperta anche a Malta proprio per trasportare petrolio, ma non era riuscito ad ottenere le licenze per il deposito sull’isola. La società con cui muoveva le sue imbarcazioni – indagata dalla Procura di Catania – si chiamava ADJ Trading, registrata al 22 di Mensija Road, nella zona residenziale di San Gwann. Lo stesso indirizzo usato dal socio catanese Nicola Orazio Romeo, arrestato dalle Fiamme Gialle il 18 ottobre e ritenuto un esponente del clan Ercolano-Santapaola.
Ma torniamo a Darren Debono, un nome noto a Malta. Fino al 2007 è stato un calciatore della nazionale maltese. Daphne Caruana Galizia raccontava che era anche proprietario del ristorante Scoglitti, a La Valletta: un locale frequentato da tanti politici, vista la vicinanza con diversi ministeri. Soci di Debono, riportava il blog di Caruana Galizia, la compagna Odette Goodlip e la figlia di lei, Floren Sultana, avuta da una relazione precedente. La ragazza è stata protagonista di uno spot elettorale del Partito Laburista trasmesso durante l’ultima campagna elettorale. Secondo Caruana Galizia, questo avrebbe dimostrato un legame tra la famiglia Debono e il Partito laburista maltese. Sospetta è stata inoltre la concessione a Darren Debono, nel 2014, di una cauzione dopo un processo per pesca illegale.
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Ora lo stesso Debono, in aperto contrasto con la blogger uccisa, è finito in manette proprio nell’ambito dell’operazione Dirty Oil. E considerato che le tre autobombe esplose a Malta nel 2017, a cui se ne aggiungono altre tre nel 2016, avrebbero colpito per lo più persone ritenute coinvolte nel traffico di petrolio, per gli inquirenti di ben sei Paesi, inclusi agenti di Scotland Yard e dell’FBI, si è aperta una nuova strada da seguire, anche se finora non ci sono prove che portano ad alcun nome. Ma la pista è promettente, soprattutto perché l’esplosivo che ha ucciso Caruanza Galizia sembrerebbe essere del tipo Semtex, di cui c’è grande abbondanza proprio sul mercato nero libico.