“Quanto mi manca la penna rossa!” Miss G., un’insegnante di italiano che lavora in una scuola privata a Malta, ci racconta come l’istruzione sia cambiata non solo per gli studenti, ma anche per gli insegnanti. Gli istituti scolastici, ricordiamo, hanno chiuso il 13 marzo 2020, una settimana prima la chiusura dell’aeroporto.
Continua l’inchiesta a puntate del Corriere di Malta, con una serie di interviste ai lavoratori italiani impiegati in diversi settori, qui nell’arcipelago maltese.
Miss. G. vive Malta dal 2009. Si è trasferita qui grazie al consiglio di un’amica che, trovandosi già sull’isola da un anno, l’aveva avvisata della possibilità di lavorare in una scuola privata come insegnante di italiano. A Malta si sente a casa, anche se la “vera” casa a volte le manca tanto.
Che cosa è cambiato nel tuo lavoro dal 7 marzo 2020?
Da quando ci hanno avvisati che la scuola avrebbe chiuso, tante cose sono cambiate. Innanzitutto il metodo di insegnamento: ovviamente non potendoci più recare a scuola fisicamente abbiamo iniziato con le lezioni online. Inizialmente non è stato facile, perché non eravamo preparati a tutto ciò, quindi nel giro di un fine settimana noi insegnanti (ma anche gli studenti) abbiamo dovuto scaricare nuovi programmi, imparare ad usarli e metterli in atto. Pian piano però le cose sono migliorate e direi che ormai per me è un’abitudine alzarmi la mattina e andare davanti al computer aspettando che i miei alunni si colleghino e che inizi la lezione. Non è per niente facile: sperare che tutti siano puntuali, sperare che la connessione funzioni… non vedi tutti gli alunni contemporaneamente, quindi non hai il contatto visivo come se fossi in classe. Ma la cosa più difficile, almeno per me, è correggere, spiegare ad ogni alunno cosa ha sbagliato a scrivere e mandare la correzione online… quanto mi manca la penna rossa! E non dimentichiamoci che la maggior parte di noi insegnanti siamo anche genitori… immagina fare la lezione con tuo figlio in giro per casa.
Cosa ne pensi delle misure prese dal Governo maltese in generale e in particolare nel tuo settore?
Il Governo inizialmente ha mandato delle direttive sulle chiusure delle scuole, ma ogni istituto, soprattutto le scuole private, era libero di scegliere per quanto tempo chiudere. Inizialmente, nella scuola in cui lavoro, si era parlato solo di una settimana di chiusura, ma quando ci è stato detto così, nessuno ci ha creduto: sapevamo che la chiusura si sarebbe prolungata, infatti da subito ognuno ha portato il proprio materiale a casa, proprio in previsione delle eventuali lezioni online.
Per quanto riguarda le direttive prese in generale dal Governo a dire la verità inizialmente ero alquanto scettica, ma con il tempo mi sono ricreduta. Secondo me, fin quando l’aeroporto e altri collegamenti esterni restano chiusi, i contagi rimarranno bassi.
Quali sono le conseguenze economiche ed emotive che hai subito a causa di queste misure?
Economicamente non ho subito alcune conseguenze: le lezioni continuano regolarmente ogni giorno.
Emotivamente, invece, è cambiato tutto. Mi manca entrare nella sala insegnati e salutare i colleghi, i quali, sapendo che sono italiana, fanno sempre una battuta nella nostra amata lingua, e tutto ciò mi metteva di buon umore già di primo mattino. Per non parlare poi dei ragazzi; mi mancano tanto i miei alunni; vederli dal pc non è la stessa cosa che avere un contatto diretto con loro. Mi mancano le loro storie, i loro problemi che mi raccontavano, le loro risate, forse anche rimproverarli un po’… mi manca tutto di loro!
Quando pensi che, nel tuo settore, si possa tornare alla normalità?
Inizialmente ero dell’idea che il primo term del prossimo anno scolastico lo avremmo svolto da casa continuando con le lezioni online e che probabilmente saremmo tornati a scuola a gennaio 2021. Ma adesso, vedendo che la situazione sta pian piano migliorando, penso che a settembre si potrà tornare a scuola usando le giuste precauzioni.
Pensi che il Governo avrebbe dovuto o dovrebbe fare qualcosa in più per sostenere il tuo settore?
No, penso che il Governo abbaia fatto il suo dovere, ma ripeto… lavoro in una scuola privata e come ogni scuola, sempre seguendo le direttive del Governo, ha preso delle decisioni autonomamente.