Alcuni Stati membri dell’UE violano le norme del diritto comunitario, ostacolando la lotta contro il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale. Questa è la conclusione alla quale è arrivata la Commissione parlamentare europea d’inchiesta PANA, con un rapporto finale approvato quasi all’unanimità: 47 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni.
L’ultimo incontro si è aperto con un minuto di silenzio in omaggio alla giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia, che in una riunione tenuta lo scorso febbraio a Malta aveva incontrato tutti i membri della stessa commissione condividendo il suo lavoro e i documenti raccolti in merito all’inchiesta sui Panama Papers.
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Gli eurodeputati della Pana hanno espresso il loro rammarico per il coinvolgimento di diversi Stati membri dell’Unione europea, Malta compresa, nei documenti panamensi. Hanno inoltre sottolineato la «mancanza di volontà politica di alcuni Stati nel promuovere riforme e atti esecutivi di contrasto alla frode e all’evasione».
La commissione è stata fortemente critica per il silenzio che regna intorno all’operato del gruppo di lavoro interno al consiglio europeo denominato “Codice di condotta in materia di tassazione alle imprese”, e ha sottolineato come le misure di lotta contro l’evasione fiscale siano spesso «bloccate da singoli Stati membri». Da qui l’auspicio che la Commissione Europea utilizzi i suoi poteri per modificare l’obbligo di unanimità ad oggi richiesto per l’approvazione di norme in materia fiscale.
La Pana ha sostenuto poi la richiesta di una definizione internazionale comune di ciò che costituisce un centro finanziario offshore (OFC), un paradiso fiscale, un paradiso di segretezza, una giurisdizione fiscale non cooperativa e un paese ad alto rischio. Ha considerano necessaria altresì l’istituzione entro la fine di quest’anno di un elenco degli Stati membri dell’UE in cui esistono giurisdizioni fiscali non cooperative, e l’obbligo di far giustificare nel dettaglio ogni struttura offshore.
Tra le altre richieste arrivate attraverso il rapporto, figurano la compilazione di registri regolarmente aggiornati, standardizzati, interconnessi e pubblicamente accessibili; e l’imposizione di limiti ad una pianificazione fiscale aggressiva e sanzioni più dissuasive a livello sia comunitario che nazionale contro banche e intermediari che sono consapevolmente, intenzionalmente e sistematicamente coinvolti in pratiche illecite o nel riciclaggio di denaro.
La relazione finale e le raccomandazioni della Commissione Pana saranno sottoposti alla votazione finale del Parlamento europeo a Strasburgo nel mese di dicembre.