Regnano ancora incredulità e sdegno a Malta all’indomani di una giornata drammatica. La giornalista Daphne Caruana Galizia, 53 anni, è stata uccisa nel pomeriggio di ieri da una potente esplosione che ha fatto sbalzare fuori strada e devastato la sua auto a Bidnija.
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L’attentato si è verificato intorno alle 15 a poche centinaia di metri dall’abitazione della vittima, e ha lasciato sparsi lungo una strada di campagna i resti della Peugeot 108 finita in un campo vicino, e il corpo senza vita della conducente sbalzato fuori dalla forza dell’esplosione.
Uno dei tre figli di Daphne Caruana Galizia, secondo quanto riferito, dopo aver sentito la forte esplosione da casa, è stato tra i primi ad arrivare e a trovarsi davanti agli occhi la terribile scena.
Poco dopo sono arrivati sul posto, stringendosi nel dolore, anche i due fratelli e il padre Peter Caruana Galizia, marito di Daphne. La giornalista soltanto due settimane fa aveva denunciato di aver ricevuto minacce in forma anonima.
Le reazioni politiche all’attentato non si sono fatte attendere. Il Primo Ministro Joseph Muscat e il leader dell’opposizione nazionalista Adrian Delia hanno tenuto entrambi una conferenza stampa, prima di ritrovarsi l’uno di fronte all’altro in una seduta straordinaria del Parlamento a Valletta.
Muscat, invitando l’opposizione a evitare scontri politici, ha condannato l’episodio parlando di attacco “barbaro” alla libertà di espressione contrario a ogni forma di civiltà e decenza: «Tutti sanno quanto Galizia fosse critica nei miei confronti – ha affermato – sia a livello personale, sia politico: ma nessun può giustificare questo atto barbaro. Non avrò pace finché non sarà fatta giustizia».
Delia, dal canto suo, non ha risparmiato un duro attacco al Governo parlando della fragilità del sistema di sicurezza. Ha quindi definito l’attentato un “attacco politico”, nonché «il momento più buio della storia politica del Paese».
La vicenda ha avuto eco anche a livello internazionale. Uomini delle istituzioni, giornalisti, movimenti politici e privati cittadini hanno commentato l’uccisione della più conosciuta giornalista maltese.
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La notizia è rimbalzata dai principali organi di informazione inglesi e italiani, ai commenti di numerose autorità. Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, ha parlato di tragico esempio di una giornalista che ha sacrificato la sua vita alla ricerca della verità. Al dolore si sono uniti anche il vicepresidente della Commissione Europea e il commissario economico Pierre Moscovici, insieme ad altre personalità istituzionali dei vari paesi.
Ma la reazione che più ha attirato l’attenzione è stata quella del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, amico personale di Daphne Caruana Galizia, che ha messo a disposizione 20 mila euro per chiunque fornisca informazioni utili per trovare gli assassini della giornalista.