Con migliaia di cittadini costretti a casa dal regime di semi isolamento, i cantieri aperti possono rendere la quarantena un inferno. Ma di fronte alla richiesta di rallentare i lavori, i costruttori chiedono soldi.
Le misure di contenimento contro la diffusione del Covid-19 hanno costretto molte persone a stare a casa e, per alcune di loro, ai tanti disagi già causati dalla situazione si è aggiunto il disturbo acustico derivante dalle attività edili svolte nelle vicinanze.
La scorsa settimana, dopo le numerose lamentele ricevute da parte dei loro cittadini, i local councils di St Julian’s, Sliema, San Ġwann, Swieqi e Gżira avevano chiesto che i lavori di costruzione e scavo fossero limitati alla fascia oraria che va dalle 08:30 alle 13:00 al fine di ridurre il disturbo acustico e la dispersione di polvere, mentre un gruppo di ONG ambientaliste aveva chiesto la sospensione di tutte le attività di scavo nelle aree residenziali. Dopo queste richieste, i lavori per la costruzione del grattacielo Townsquare a Sliema, che erano già stati ridotti nelle due settimane precedenti, sono stati sospesi temporaneamente per rispetto delle persone residenti vicino al cantiere.
Dopo che il primo ministro Robert Abela ha dichiarato pubblicamente che nel caso in cui l’industria edile si fermasse le ripercussioni economiche sarebbero disastrose per il Paese, il direttore generale della Malta Developers’ Association, Marthese Portelli, ha fatto sapere che, al fine di consentire la riduzione delle ore di lavoro per limitare i disagi dei vicini, il settore avrebbe bisogno di assistenza finanziaria per le multe derivanti dai ritardi dei lavori, di un’indennità per i lavoratori inattivi e della riduzione dei tassi di interesse sui prestiti bancari.
Portelli, inoltre, ha dichiarato che sono in corso colloqui sulla questione e che ogni accordo deve essere reso noto sotto forma di avviso legale per garantire una concorrenza leale, in quanto non tutti gli imprenditori del settore sono membri dell’associazione. Ha poi aggiunto che i progetti pubblici, come quelli finanziati dall’UE e soggetti a scadenze rigorose, dovrebbero essere valutati separatamente.
In un comunicato pubblicato giovedì 14 aprile sul proprio sito web, la Malta Developers’ Association ha dichiarato di aver già incaricato spontaneamente i lavoratori di cercare di ridurre il più possibile gli inevitabili disagi causati dai progetti di costruzione nelle aree residenziali, con l’indicazione di non iniziare i lavori prima delle 08:00 e di evitare i lavori più rumorosi nelle ore sensibili della giornata. Nel comunicato, inoltre, si legge come la MDA stia monitorando le risposte alla situazione di emergenza da parte dei suoi membri e ha dichiarato di sostenere pienamente le autorità che hanno il compito di garantire l’applicazione delle regole.
D’altro canto, però, viene sottolineato come siano già state presentate proposte concrete su base temporanea affinché la riduzione degli orari di lavoro possa essere accettata e che non deve essere fatto alcun tipo di discriminazione tra i lavoratori del settore edile e quelli di altri settori, in quanto i 16.000 dipendenti a tempo pieno di quest’industria e le 43.000 persone che lavorano nei settori ad essa correlati, al contrario di altre categorie di lavoratori, non sono aiutati da fondi statali.