In questo periodo di forte incertezza sul futuro, Christian Venturini ha raccolto le testimonianze dei calciatori Cinquini, Criaco, Fontanella, Monticelli, Pepe, Ratto, Stelitano e Veronese.
Con l’avanzare della pandemia di Covid-19 anche il calcio, come tutti gli altri sport e gran parte delle attività produttive, è stato costretto a fermarsi. A Malta lo stop a tempo indeterminato è arrivato solamente il 30 marzo, dopo che erano state identificate come prime date di ripartenza il 23 marzo prima e il 5 aprile poi.
Inevitabilmente, anche i tanti calciatori italiani che giocano nell’arcipelago hanno dovuto far fronte ad alcune difficoltà, nonostante la loro situazione, comparata ad altri casi che stanno emergendo in questi giorni, sia da ritenersi generalmente buona.
Mario Fontanella, ormai alla sua quinta stagione sull’isola, ammette onestamente: “la situazione è spiacevole, quando sono stati bloccati gli ingressi pensavo l’avessimo scampata, ma ora ho un po’ di paura. Il calcio è la mia vita, ma anche noi calciatori siamo umani e, come tutti gli altri, possiamo essere contagiati. Capisco che ci sono tanti soldi in ballo e se dovremo finire il campionato lo faremo, ma solo quando sarà arrivato il momento giusto per ripartire e con le dovute precauzioni”.
Il Valletta, squadra in cui militano anche gli italiani Piciollo e Tulimieri oltre a Fontanella, ha fornito un programma di allenamento individuale per i giocatori, che hanno modo anche di svolgere alcune sedute di lavoro collettive durante la settimana tramite Skype.
Anche lo Sliema ha adottato lo stesso metodo di lavoro. Antonio Stelitano, terzino dei Wanderers, dice che “da italiani capiamo bene la gravità della situazione, ma devo ammettere che il campo mi manca. Sono comunque fortunato, perché mi trovo in un posto dove mi sento a casa e anche la società ci è vicina in questo momento difficile”.
L’allenamento, dunque, pur tra mille difficoltà, prosegue. Enrico Pepe, attualmente al Birkirkara, segue un piano di lavoro individuale fornito dalla società e ci tiene a far sapere che “anche quando andiamo ad allenarci all’aperto a coppie, ci ritroviamo in spazi ampi in modo da rispettare le distanze. Fortunatamente la squadra sta bene e tutti rispettiamo le regole che ci vengono dettate”.
Marco Criaco, centrocampista dello Gzira, sta proseguendo il lavoro individualmente. “Mi sto allenando ogni giorno a casa con i miei attrezzi e in spiaggia, dove vado alle 6 di mattina per evitare contatti con le persone” ha dichiarato.
Non cambia la situazione nella Premier gozitana, dove milita Giacomo Ratto, portiere del Victoria Wanderers. “Ho un programma fornito dalla società che seguo da casa e, ormai, esco solo per correre. L’incertezza sul futuro, però, è tanta: alcuni sponsor si sono tirati indietro e i problemi economici rischiano di ripercuotersi su noi calciatori, che in molti casi non abbiamo tutele”.
Nelle serie minori troviamo Antonio Monticelli, ex Valletta che attualmente gioca al Marsa in Second Division. La situazione, qui, appare ancora più incerta, perché, come dice Monticelli, “noi non guadagniamo milioni, quindi le difficoltà economiche ci sono e qualcuno rischia di non arrivare alla fine del mese. La mia società è molto professionale e ci segue anche a distanza, ma non tutti i giocatori della mia categoria hanno la stessa fortuna”.
Ci sono però anche storie diverse da raccontare, come quelle di Thomas Veronese e degli italiani in forza all’Hamrun Spartans.
Veronese, infatti, ha rescisso il contratto che lo legava al Tarxien Rainbows proprio in questi giorni. “La nostra stagione è stata un disastro totale, per questo ho rescisso” ammette amaramente. “Io ho una piccola palestra a casa e continuo ad allenarmi tutti i giorni per essere pronto per la prossima sfida. Penso, però, che la ripresa del campionato sia difficile: più tempo stai fermo e più te ne serve per ripartire, non basta lo stop dei contagi. In qualunque caso, il mio futuro lo immagino sempre a Malta” ha dichiarato.
Gli italiani dell’Hamrun, invece, sono tornati nel bel paese da una settimana in attesa di nuove disposizioni da parte della federazione sull’eventuale proseguimento del campionato. Mattia Cinquini ha rivelato “la società, vista la situazione, ci ha permesso di tornare a casa con uno dei voli organizzati dall’ambasciata italiana. Ora stiano facendo i canonici 14 giorni di quarantena in Italia, dove seguiamo comunque il programma di allenamenti che ci è stato fornito dal nostro preparatore atletico Luca Piscitelli”.
Tutti i giocatori, comunque, sono stati concordi sul fatto che la salute di tutti è la cosa più importante e che, quindi, si deve fare quanto necessario per preservarla. Tuttavia, la voglia di tornare in campo è grande, anche perché, come disse il leggendario Arrigo Sacchi, in fondo “il calcio è la cosa più importante delle cose meno importanti”.
E ci torneremo, ma ora abbiamo una sfida da vincere fuori, tutti insieme.