Nel tentativo di contenere l’epidemia di coronavirus la curia ha annullato tutte le feste religiose, le tradizionali “festas” maltesi, creando disappunto tra i fedeli. E non sono mancate le polemiche.
Con una nota ufficiale l’autorità ecclesiastica maltese ha comunicato l’annullamento di tutte le celebrazioni non liturgiche, che solitamente seguono quelle religiose, a causa dell’attuale situazione di emergenza sanitaria.
Saranno annullati gli spettacoli pirotecnici, gli intrattenimenti coreografici e le marce musicali che sono soliti seguire la messa celebrativa in onore della festività nazionale e/o la messa celebrativa in onore del santo patrono.
Non saranno ammessi eventi e attività che esulino dalla celebrazione liturgica in tutti i paesi di Malta e di Gozo.
Gli appassionati e gli “addetti ai lavori” di queste celebrazioni hanno espresso il loro dissenso per questa decisione che si estende per tutto il 2020 e contestano il fatto che non siano stati esonerate dall’annullamento le feste che si terranno da agosto in poi. Questione sollevata anche per questioni commerciali e non solo per interesse di cultura popolare.
L’arcivescovo Charles Scicluna, in un video postato il giorno seguente alla nota ufficiale, ha comunque precisato che, previa approvazione dell’autorità sanitaria del governo maltese e qualora la situazione migliorasse, sarà possibile celebrare le festività religiose in concomitanza della messa domenicale e con la unica possibilità di un breve pellegrinaggio con la statua del santo celebrato in maniera contenuta e con un numero ridotto di partecipanti.
Si ricorda che al momento tutte le celebrazioni religiose e tutti gli eventi culturali sono annullati.
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