L’economia sommersa ha superato lo scorso anno i 280 milioni di euro: la cifra arriva da una statistica ufficiale, anche se gli esperti ritengono si tratti di un numero indicativo, e che l’importo totale sia molto più elevato.
L’Ufficio nazionale di statistica (NSO), ha rilevato che l’attività economica fuori dal controllo del fisco è stata stimata a circa il 3% del PIL del Paese. L’ammontare di 280 milioni è stato ricavato sulla base di nuove formule standard introdotte da una revisione a livello europeo dei sistemi contabili nazionali, attuata nel 2013.
Non è possibile invece un confronto con gli anni passati, dato che alcune stime sulle attività irregolari e il loro impatto sull’economia, realizzate in passato, non sono mai state pubblicate come parte dei conti nazionali.
Una portavoce dello stesso ufficio statistico ha inoltre dichiarato che le stime hanno incluso la presunta attività economica da parte di coloro che deliberatamente non hanno voluto dichiarare il loro intero volume d’affari, ma anche gli evasori totali e chi ha intenzionalmente dichiarato in maniera inesatta i propri guadagni per diverse possibili ragioni.
Il calcolo, secondo gli standard sui calcoli statistici fissati a livello UE, ha incluso anche attività come lo spaccio di droga e la prostituzione, che ammontano a un giro d’affari di 26 milioni di euro, e risultano pertanto in netta crescita rispetto ai 20 milioni del 2014: queste sono state associate ai dati del Pil nazionale, perché in grado di offrire un quadro più completo dell’economia generale, che tiene conto anche della parte “illegale”.