Manuel Giovannelli, l’italiano di 42 anni il cui corpo senza vita è stato ripescato in mare nella zona di Cirkewwa lo scorso venerdì 6 marzo, potrebbe essere stato ucciso.
Due indagini parallele sono in corso per fare luce sulla morte del veterinario di Corinaldo. A Malta la procura ha aperto un’inchiesta guidata dal magistrato Marsanne Farrugia all’indomani del ritrovamento del corpo, ad Ancona, l’avvocato Myriam Fugaro, legale della famiglia di Manuel Giovannelli ha sporto una denucia all’autorità e il giudice ha autorizzato l’autopsia, di cui ancora non si conoscono gli esiti.
L’obiettivo è quello di capire se il veterinario fosse morto prima di finire in mare o dopo. Dal certificato di morte, rilasciato dal medico di Malta, risulta il cranio fratturato a seguito di caduta dall’alto. La famiglia, convinta che qualcuno abbia ucciso Manuel, non crede a un gesto volontario o accidentale.
Sono troppi i lati oscuri che emergono analizzando lo svolgersi degli eventi prima della scomparsa di Manuel: il primo è un meeting nella clinica veterinaria, dove secondo alcuni colleghi la mattina della scomparsa Manuel non si è presentato ma secondo altri era presente e turbato. Il secondo è che la notte successiva alla scomparsa risultava online su Messenger di Facebook. Ultimo, ma non per importanza, il padrone di casa ha riferito dove era stata trovata l’auto del figlio, parlando al plurale. «L’hanno parcheggiata» ha detto, poi si è corretto dicendo di essersi espresso male.
Forse Manuel non era solo e qualcuno l’ha condotto in quel luogo, distante cinque chilometri da dove poi il suo corpo è stato trovato. I genitori e il fratello vogliono arrivare alla verità e confidano nella magistratura. «È stata aperta un’inchiesta dopo la nostra denuncia ai carabinieri – dichiara la madre – e speriamo che riescano a scoprire cosa sia successo a mio figlio».
(fonte corriereadriatico.it)