I medici maltesi criticano la decisione del premier Abela di non sospendere i voli provenienti dalle regioni rosse italiane. «Si rischia la diffusione del contagio a Malta».
I medici maltesi non ci stanno e fanno sentire la propria voce tramite l’associazione di categoria, la Medical Association of Malta (MAM).
In un comunicato diffuso questa mattina l’associazione si è detta estremamente perplessa rispetto alla mancata cancellazione delle rotte aeree con le zone infette, e in particolare con il Nord Italia, dopo che il Governo italiano ha dichiarato «zona rossa» l’intera Lombardia e altre 11 province.
Secondo la MAM non è tempo di avere un approccio morbido al problema e, citando anche i tre casi di contagio da coronavirus, una famiglia di italiani di rientro dal Trentino, ha chiesto con fermezza al Premier Robert Abela la sospensione dei collegamenti aerei.
Abela dal canto suo, dopo che questa mattina è trapelata la notizia del disaccordo tra lui e il Ministro della sanità Chris Fearne (la cui posizione coincide con quella dei medici), è intervenuto a un raduno di sostenitori a Rabat, e ha raccomandato alla cittadinanza di mantenere la calma.
«Non si tratta della peste», ha detto «per cui domani le scuole e gli uffici saranno regolarmente aperti».
Mentre è chiaro che il Premier e buona parte del Governo cerca di evitare misure troppo drastiche che potrebbero impattare gravemente l’economia maltese, sono state varate nuove disposizioni di sicurezza nazionale. Oltre ai tamponi obbligatori presso il Boffa Hospital di Floriana per tutte le persone con sintomi di coronavirus e provenienti da zone di contagio, il Ministero ha fatto sapere che gli orari di visita presso le case di riposo sono stati ridotti e si è raccomandato di fare il possibile per preservare la salute degli anziani.