A seguito di un primo ammonimento inviato dall’UE a Malta l’8 marzo 2018, il governo maltese ha modificato le leggi nazionali in materia di applicazione IVA sull’affitto di yacht. Ma le nuove norme nazionali non sono ancora del tutto in linea con il diritto dell’UE.
Nella comunicazione del 12 febbraio scorso, la Commissione ha affermato che potrà decidere di inviare a Malta un “parere motivato” qualora il governo maltese non dovesse rispondere alla lettera in maniera esauriente entro il termine di due mesi. Altro non sarebbe che una richiesta formale di conformarsi al diritto comunitario.
L’infrazione alla base degli ammonimenti europei degli ultimi anni riguarda il fatto che la giurisdizione maltese utilizza un metodo “basato sulla distanza” per il calcolo dell’uso e del godimento effettivo di uno yacht. Tale metodo rientra in un quadro fiscale nazionale più ampio, che punta ad attrarre i proprietari di yacht agevolando le aliquote IVA applicate sull’immatricolazione in territorio nazionale di questo tipo di imbarcazioni. Fermo restando, poi, che l’IVA non viene addebitata sul periodo di tempo che gli yacht registrati a Malta trascorrono al di fuori delle acque europee.
“Le norme dell’UE non consentono l’utilizzo di un metodo del genere, bensì richiedono l’applicazione di un metodo basato sul tempo di noleggio. […] I Paradise Papers e i Malta Files avevano già rivelato una diffusa evasione dell’IVA a Malta nel settore degli yacht, facilitata da norme nazionali che non sono conformi al diritto comunitario”, ha affermato la Commissione.
Malta utilizza un sistema di calcolo per il quale più grande è la barca, meno si stima che il noleggio possa aver luogo nelle acque dell’UE. L’aliquota IVA applicabile sui contratti di leasing variano in proporzione alla tipologia e alle dimensioni dell‘imbarcazione. Si parte dal minimo del 30% per barche a vela o barche a motore superiori a 24 metri di lunghezza al 90% per barche a motore fino a 7,5 metri di lunghezza fino al massimo del 100% per i natanti autorizzati a navigare solo in acque protette.
Ad oggi il registro navale maltese consta di oltre 800 yacht noleggiati per navigare in acque europee ed extra europee. Già un anno fa la dott.ssa Alison Vassallo, a capo della sezione Yacht della Camera di commercio maltese, aveva comunicato i dati di settore durante una conferenza stampa: l’industria nautica maltese vale circa 100 milioni di euro all’anno, escluse le entrate fiscali e quelle derivanti dalla registrazione degli yacht.
«Le disposizioni nazionali vigenti sono in linea con il principio di cui all’articolo 59a della direttiva IVA dell’UE, che concede agli Stati membri un potere discrezionale nel calcolo del tempo trascorso da uno yacht nelle acque territoriali europee», ha dichiarato la dott.ssa Vassallo a TVM qualche giorno fa. Tale potere discrezionale ammette discrepanze nel modo in cui gli Stati europei legiferano nello stesso settore.
«(La Commissione) deve garantire parità di condizioni che si possono creare solo a patto che non vi sia alcuna discrepanza nel modo in cui vengono applicate le leggi dei diversi Stati membri», ha poi proseguito. Si sono dimostrati dello stesso parere anche i professionisti del settore, in particolare infrastrutture di rifornimento e approvvigionamento degli yacht, porti turistici e cantieri navali.