Ha fatto discutere, all’inizio del mese, l’affermazione del premier fatta nel corso di un’intervista doppia separata con il vicepremier Chris Fearne al talk show Xarabank.
In quell’occasione, il premier Robert Abela ha affermato che le società maltesi operano attualmente in una situazione di svantaggio competitivo rispetto alle concorrenti straniere e ciò è dovuto al sistema di rimborso del credito d’imposta offerto da Malta, il cosiddetto «fiscal rebate».
Attraverso questo sistema, gli azionisti non residenti sono autorizzati a richiedere il rimborso dei 6/7 (in alcune circostanze dei 5/7 o dei 2/3) dell’imposta pagata dalla società sulla distribuzione di un dividendo; in questo modo, l’imposta sugli utili effettiva per le società maltesi con azionisti stranieri si riduce al 5%.
“Non ho mai detto a Xarabank che l’imposta nominale del 5% – o il diritto al rimborso dei 6/7 dell’imposta – andrebbe eliminata. Sarebbe un suicidio per Malta se questo regime fiscale venisse rimosso. Non ho detto che lo farei e non ho intenzione di farlo”, ha dichiarato il neopremier Robert Abela ai giornalisti mercoledì 22 gennaio, dopo aver fatto visita personalmente ai proprietari di vari negozi lungo Republic Street, a Valletta.
Si è rivelato della medesima opinione Chris Fearne, il quale, rispondendo alla stessa domanda nel corso dell’intervista doppia a Xarabank, ha affermato: “Sono a favore di questo regime tributario. Attrae investimenti diretti stranieri di cui abbiamo bisogno per creare lavori di qualità e porre le basi di una crescita economica. Gli incentivi fiscali sono qualcosa che promuoviamo. Altri Stati ci criticano per questo, ma per noi si tratta di una prerogativa”.
In effetti, fermo restando che a Malta l’aliquota dell’imposta sul reddito delle società è pari al 35%, il regime fiscale maltese consente agli shareholders di una società estera di pagare il 5% di imposta sui profitti generati a livello globale, una volta che tali profitti vengano imputati a una holding maltese.
Il leader dà voce alla sua intenzione di preservare un sistema fiscale competitivo per gli investitori stranieri: l’eliminazione o la modifica del regime agevolato potrebbe compromettere negativamente l’andamento dell’economia maltese, sostiene Abela. Il Primo Ministro ha tenuto a sottolineare che l’affermazione fatta a Xarabank sia stata citata largamente e scorrettamente da parte della stampa, quando la campagna politica del Partito laburista era ancora in corso.
Il sistema dell’imposta al 5%, ha dichiarato Abela, non subirà modifiche, bensì verranno attuate delle misure per garantire condizioni paritarie alle aziende maltesi che subiscono un impatto diverso dallo stesso regime. In merito alle soluzioni che il governo sta effettivamente adottando per arginare la questione, Abela ha risposto di essere già in contatto con stakeholders quali la Camera di commercio delle piccole e medie imprese (GRTU – Malta Chamber of SMEs) e che, ove possibile, verranno ricercate le soluzioni più adatte.
“Non aspetteremo che le attività vengano da noi, bensì saremo noi ad andare da loro”.
Abela ha dimostrato l’interesse del governo in tal senso incontrando, di persona, i titolari di varie attività lungo Republic Street.
“L’esperienza odierna è stata una dimostrazione dell’approccio a favore del mercato che stiamo adottando e abbiamo in programma di continuare a fare questo genere di visite […] è un modo efficace di fare politica” – specifica Abela.
Ad accompagnarlo agli incontri con i negozianti di Valletta il Ministro dell’Economia Silvio Schembri, il quale ha dichiarato, proseguendo il discorso di Abela: “Per continuità non si intende continuare a fare quello che si stava facendo nel modo sbagliato […] bensì penso che il Primo Ministro abbia dato un segnale forte del fatto che ci sarà continuità in termini economici: l’economia stava andando bene e continuerà ad andare bene”. Quanto all’esperienza di incontro diretto con i commercianti locali, Schembri ha aggiunto che i proprietari dei vari negozi e i clienti stranieri hanno affermato di provare un “senso di serenità” in seguito alla nomina di un nuovo premier. “Questo è incoraggiante”, afferma Schembri.
(A cura di Grazia Prigionieri)