Il corpo di Lassana Cisse, assassinato a Malta per motivi razziali lo scorso aprile, è rimasto da allora in camera mortuaria, perché «mancava una firma». Ora finalmente ha lasciato l’arcipelago e potrà essere seppellito nel suo Paese natale.
Lassana Cisse Souleymane è stato assassinato lo scorso 6 aprile del 2019 mentre tornava al centro di accoglienza di Hal Far dopo una giornata di lavoro. Camminava lungo la strada assieme ad altri immigrati quando, da una macchina in corsa, gli hanno sparato con una pistola CZ P10.
Souleymane, che aveva 42 anni e due figli che lo aspettavano a casa, è morto sul colpo. Altri due immigrati sono rimasti feriti. Per l’omicidio, il primo a sfondo razziale a Malta, sono stati arrestati due militari, Francesco Fenech e Lorin Scicluna. I due, che si accusano a vicenda, sono sotto processo e grande scalpore ha destato il loro rilascio su cauzione in attesa del giudizio della Corte.
Ma se questa vicenda non era già abbastanza triste e vergognosa, c’è un altro aspetto emerso nella giornata di ieri: il corpo di Lassana Cisse Souleymane, nonostante il via libera degli inquirenti, non è stato riconsegnato alla famiglia per il funerale. A quanto pare si è trattato di un tipico «incidente» burocratico: mancava una certa firma su di un certo documento, e il corpo di Souleymane è rimasto nove mesi nella camera mortuaria, non nuova a situazioni assolutamente scandalose.
Nel 2018 il giovane tedesco Mike Mansholt fu ritrovato morto in circostanze misteriose alle Dingli Cliffs. Il suo corpo fu rimandato in Germania, ma arrivò con numerosi organi mancanti. Secondo le autorità maltesi questi ultimi erano stati «mangiati dai topi».
«Se non ti sta bene», si sentono dire spesso gli stranieri a Malta, «tornatene al Paese tuo». Souleymane ha atteso nove mesi ma ora, finalmente, sarà sepolto a Koumassi, a 5600 chilometri da Malta, in Costa d’Avorio. In pace.