Fino a non poco tempo fa quello tra Joseph Muscat e Malta sembrava un amore destinato a durare per sempre. Ora non più.
L‘idillio tra il premier Joseph Muscat e il popolo maltese sembra giunto al capolinea. Sebbene il Partito laburista goda ancora del favore della maggioranza del Paese da più parti arrivano inviti più o meno levati perché il Primo ministro tolga il disturbo: gli scandali fanno male, al cuore e agli affari.
Se mentre appare ovvio che a dire «barra» (vattene) siano gli attivisti delle associazioni che si battono per ottenere verità e giustizia per Daphne Caruana Galizia (e tutte le opposizioni, dai nazionalisti ai democratici) ecco una mappa del resto degli anti-Muscat.
Socialisti. Una petizione, firmata da 360 sottoscrittori, chiede da parte dei socialisti maltesi che Joseph Muscat rassegni dimissioni immediate. Tra gli altri anche Andrew Sciberras, l’ex avvocato di Keith Schembri.
Accademici. «Dimissioni immediate o rimozione» hanno chiesto oltre 300 professori universitari maltesi.
Media. Una serie di testate giornalistiche, il Times of Malta, Malta Today, Lovin Malta, Malta Independent e The Shift News, hanno preso posizione contro Joseph Muscat.
Industria. La Malta Employees Associations ha scritto senza mezzi termini: «che il Primo ministro faccia la cosa giusta per sé e per il Paese e si dimetta immediatamente». Parole solo un poco meno dure da parte dell’Associazione dei dottori commercialisti, da parte della Camera di commercio e dell’industria, dell’Associazione degli operatori finanziari, del Malta Institute of Taxation, dell’Associazione di categoria degli avvocati.
Anche la GRTU, l’associazione delle piccole e medie imprese, ha parole brusche: «Muscat se ne vada adesso».