Il numero di persone a rischio povertà è aumentato di 0,2 punti percentuali tra il 2015 e il 2016: sono così 69.920 i residenti a Malta che rientrano in questa categoria.
L’Ufficio nazionale di statistica ha osservato che questo numero rappresenta il 16,5% della popolazione, ma che tale cifra potrebbe salire al 23,8% se venissero tolti alcuni degli attuali sussidi sociali, e addirittura al 37,9% se i sussidi per anzianità e altri indennizzi previsti dalle politiche del welfare venissero eliminati.
Se ogni cittadino dovesse fare affidamento esclusivamente sui propri redditi personali o familiari, senza alcun tipo di aiuto da parte dello Stato, si arriverebbe allo sbalorditivo numero di 160.957 persone a rischio di povertà.
In questa categoria sono di recente aumentati gli impiegati, i pensionati e gli inattivi, mentre si è ridotta dal 55,7% al 45,1% la quota dei disoccupati.
Osservando le fasce di età, quasi la metà dei maltesi a rischio di povertà sono in età da lavoro, cioè tra i 18 e i 64 anni, il 27% più di 65 anni e i rimanenti meno di 18 anni.
Anche il divario tra i ricchi e i poveri sta crescendo. Il Coefficiente Gini, che misura le disuguaglianze dei redditi, è aumentato di 0,4 punti percentuali, arrivando in due anni al 28,5 per cento, dove lo 0 rappresenta una distribuzione perfetta della ricchezza e il 100 corrisponde ad una disuguaglianza totale.
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Considerando invece i redditi familiari senza alcun sussidio dello Stato, il Coefficiente Gini sale invece fino al 44,7 per cento.
La soglia di reddito al di sotto della quale una persona viene considerata a rischio di povertà, infine, si attesta nel 2016 a 8.143 euro a persona, e a 14.657 euro per una famiglia con due adulti e un figlio a carico.